Stabilizzazione precari scuola: la vertenza rimessa alla Corte di giustizia europea
La Corte costituzionale dà un segnale forte e apre la porta della speranza ai precari della scuola. Una sentenza molto innovativa a conferma della giusta battaglia della FLC CGIL contro l'illegalismo.
La Corte costituzionale con l'ordinanza n. 207 del 2013 ha rinviato alla Corte di giustizia UE la decisione sulla stabilizzazione dei precari della scuola.
I lavoratori con contratti a tempo determinato superiore a 36 mesi che hanno presentato ricorso vedranno, quindi, la definizione dell'annosa vertenza con una pronuncia della Corte di giustizia europea.
In particolare la Corte costituzionale ha chiesto alla Corte di giustizia se la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi su posti liberi, anche se motivate con esigenze di riorganizzazione del sistema scolastico, siano compatibili con la Direttiva europea (si tratta della clausola 5, punto 1 dell'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla Direttiva del Consiglio n. 1999/70/CE), che invece la vieta.
La Corte costituzionale, rinviando alla Corte di giustizia europea, fa risaltare le manchevolezze dei governi che da decenni sfruttano il lavoro di docenti e ATA costringendoli a condizioni di incertezza assoluta, nonostante i posti liberi.
È un'ulteriore conferma della fondatezza della nostra battaglia nelle sedi politiche e giudiziarie per il superamento del precariato nei settori della conoscenza.
Adesso il governo ha una straordinaria occasione per mettere fine a questa ingiustizia e stabilizzare docenti e ATA su tutti i posti liberi. Le condizioni ci sono come abbiamo dimostrato nel nostro recente dossier “La scuola vince in quattro mosse”.
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