Nomine dei supplenti: bisogna dare soluzione agli errori seriali dell’algoritmo
Al ministero chiediamo concretezza, serve un intervento tempestivo sugli errori riscontrati in tutte le province
Mentre il ministro Bianchi annuncia che quest’anno scolastico partirà con tutti i docenti in cattedra, nelle nomine informatizzate dei supplenti si consuma l’ennesimo attacco al lavoro precario e ai diritti di chi da anni opera nella scuola.
L’informatizzazione delle procedure di nomina dei supplenti è stato presentato alle organizzazioni sindacali come lo strumento che i tecnici di viale Trastevere hanno deciso di adottare per raggiungere l’obiettivo politico dato dal ministro Bianchi, ovvero quello di completare le nomine entro il 1° settembre.
Questo obiettivo è fallito, ma la riarticolazione del mandato politico prevede che le nomine si completino almeno entro il 13 settembre, data di avvio delle lezioni.
Qui interviene il problema dell’algoritmo, ovvero il software che gestisce le nomine e che sta producendo diversi errori seriali che il ministero a oggi non ha corretto:
- il diritto da parte dei docenti a sommare più spezzoni, fino a raggiungere un numero di ore adeguato a garantire un salario dignitoso che consenta alle persone di vivere dignitosamente lavorando.
- il rispetto dell’ordine di graduatoria e la corretta applicazione delle precedenze previste dalla legge 104/1992: il sistema ha infatti applicato le precedenze in modo errato, facendo scavalcare persino persone collocate in graduatorie che hanno chiaramente una priorità, come nel caso dei docenti specializzati scavalcati sui posti di sostegno da chi non ha la specializzazione
- la corretta applicazione delle riserve di legge per il personale con invalidità civile e altre riserve previste dalla legge: il software invece di accantonare i posti ha trattato le riserve come se fossero precedenze
Si tratta di errori seriali, riscontrati in tutte le province. Su queste evidenze per noi il ministero deve intervenire, perché l’obiettivo del 13 settembre non può calpestare anni di lavoro, sacrifici e rispetto delle regole che per anni sono stati costruiti con sacrificio dei lavoratori e impegno del sindacato.
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