Diplomati magistrali: il Consiglio di Stato dice ancora no al loro inserimento in Gae
Deluse le aspettative dei ricorrenti. Resta la possibilità del concorso straordinario e ordinario.
Dopo una prima sentenza negativa emessa nel dicembre 2017, il Consiglio di Stato a seguito dell’Adunanza Plenaria tenutasi alcuni giorni fa, è tornato a pronunciarsi in data 27 febbraio 2019 sulla possibilità dei diplomati magistrali di inserirsi in Gae ribadendo il proprio giudizio negativo. Secondo i giudici “Il possesso del solo diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 non costituisce titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente ed educativo”.
Risultano pertanto pregiudicate le possibilità per gli interessati di ottenere, attraverso lo strumento legale, l’inserimento in Gae e quindi di poter essere stabilizzati dopo anni di precariato e dopo un lungo e contraddittorio percorso giudiziario che ha visto i giudici dare ripetutamente ragione ai ricorrenti.
Resta ora la possibilità del concorso straordinario per i diplomati magistrali con due anni di servizio, già bandito, e quello ordinario a cui si potrà accedere con il solo titolo di studio, ancora da bandire. È questa una soluzione politica al problema che non corrisponde alle richieste avanzate dal sindacato, ma che attualmente rappresenta l’unica concreta possibilità di poter accedere al ruolo da parte dei diplomati magistrali.
Auspichiamo che il Miur voglia sollecitamente portare a termine le procedure concorsuali previste al fine di assicurare la continuità del lavoro per coloro che, per effetto di precedenti sentenze, già ricoprono un incarico di insegnamento (anche a tempo indeterminato) e per garantire fin da settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, la loro presenza in classe a beneficio degli alunni e della funzionalità delle scuole.
L'epilogo di questa vertenza rende ancora più forte la richiesta fatta dalla FLC e degli altri sindacati sulla necessità di individuare una fase straordinaria per superare l'eccezionalità della situazione, visto l'elevato numero di posti liberi presenti nella scuola.
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