Vertenza precari: FLC CGIL e CGIL riavviano la battaglia in Corte di Giustizia Europea
Nuovo intervento a tutela dei precari che rivendicano il diritto al risarcimento del danno contro l’abusivo ricorso ai contratti a termine.
La FLC CGIL, insieme alla CGIL, interverrà nuovamente presso la Corte di Giustizia Europea a tutela dei lavoratori precari del sistema d’istruzione affinché venga riconosciuto pienamente il loro diritto al risarcimento del danno subito per effetto della illegittima reiterazione dei contratti a tempo determinato.
Come noto la Corte di Lussemburgo si è già pronunciata il 26 novembre 2014 (sentenza Mascolo) sanzionando il sistema di reclutamento scolastico italiano perché viola la direttiva comunitaria (UE 1999/70) in materia di abuso reiterato dei contratti a termine. E già in quell’occasione la FLC CGIL e la CGIL erano intervenute presso la Corte Europea a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori precari.
Dopo tale decisione si è pronunciata la Corte Costituzionale nel 2016 che ha ritenuto ormai cessato l’illecito comunitario da parte dello Stato italiano a seguito del piano straordinario di stabilizzazione previsto con la legge 107/2015 (cosiddetta “Buona scuola”).
Successivamente, è intervenuta anche la Corte di Cassazione che con diverse pronunce ha riconosciuto, come misura adeguata a sanzionare l’abusivo ricorso ai contratti a tempo determinato nella scuola pubblica, sia le misure di stabilizzazione realizzate dalla legge 107/2015 sia le immissioni in ruolo dei docenti e del personale ATA avvenute prima della legge 107/2015 attraverso gli ordinari strumenti concorsuali (sentenza 22556/2016).
Inoltre, in tali decisioni, la Corte di Cassazione ha affermato il principio in base al quale in caso di immissione in ruolo non può essere riconosciuto agli ex precari docenti e personale ATA il risarcimento dei danni.
Quindi, così facendo, il personale stabilizzato, pur avendo subito un abuso nella reiterazione dei contratti a tempo determinato, si è visto privato della possibilità di chiedere ed ottenere il risarcimento del danno subito.
Proprio su questo ultimo aspetto, la Corte di Appello di Trento ha deciso di rimettere nuovamente la questione in Corte di Giustizia europea chiedendo di appurare se le norme applicate (commi 95, 131 e 132 dell’art. 1 della legge 107/2015) siano effettivamente “misure con carattere proporzionato, sufficientemente energico e dissuasivo” per garantire la piena efficacia delle norme europee contro l’abusiva reiterazione dei contratti a termine.
La FLC CGIL e la CGIL, condividendo le perplessità sollevate dai giudici di Trento circa la legittimità delle norme applicate, hanno ritenuto opportuno intervenire nel giudizio instaurato dinanzi la Corte di Giustizia europea a sostegno delle ragioni dei lavoratori precari.
Tale intervento è in piena continuità con l’impegno e le battaglie portate avanti dal sindacato in questi anni a tutela dei precari e finalizzate non solo alla stabilizzazione del rapporto di lavoro ma anche al giusto riconoscimento del danno subito.
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