Welfare: CGIL, la lotta alla povertà parta dai bambini
Minori a rischio povertà, l'Italia è terzultima tra i paesi europei. Questo l'allarme lanciato dal convegno nazionale "Povertà e Infanzia" promosso dalla CGIL Nazionale insieme alla FLC e FP
da www.cgil.it
La lotta alla povertà deve iniziare dai più piccoli, ossia dai bambini, attraverso un vero sostegno all'infanzia. È da questo presupposto, che si è sviluppato l'intero dibattito che ha visto, questa mattina, la CGIL confrontarsi sui temi della povertà e dell'infanzia. Un convegno, promosso dalla CGIL Nazionale insieme alla FLC e alla FP in collaborazione con Proteo Fare Sapere, al quale hanno dato il loro contributo anche l'Unicef, l'INPM (l'Istituto Nazionale per il contrasto delle malattie della Povertà) e la CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità d'Accoglienza).
La povertà infantile è molto più che una povertà di reddito. Riguarda, come sottolineato più volte nel corso degli interventi, anche la povertà di opportunità e di aspettative, di risorse culturali ed educative e dipende dalle condizioni abitative e dall'ambiente in cui i bambini crescono. Dal punto di vista del bambino, queste diverse dimensioni della povertà raramente risultano separate.
La preoccupante situazione della povertà e dell'esclusione sociale nel nostro Paese, fotografata nel corso del convegno nazionale, è riassumibile attraverso alcuni dati significativi. La percentuale di popolazione classificata come 'a rischio di povertà', sebbene leggermente migliorata rispetto al 2009, ci vede ancora tra gli ultimi paesi in classifica (alla pari con il Regno Unito, e appena un punto di percentuale in meno rispetto a Grecia, Spagna e Lituania, seguiti a loro volta da Bulgaria, Romania e Lettonia). Allarmanti i dati relativi alla povertà infantile. L'Italia, infatti, continua a collocarsi agli ultimi posti nella graduatoria europea, alla pari con la Lettonia, seguita solo da Bulgaria e Romania.
Welfare, futuro e diritti, queste le parole chiave attorno alle quali, secondo il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, è possibile costruire le politiche di contrasto alla povertà infantile e di riduzione delle disuguaglianze. Il welfare, come sottolineato dalla leader della CGIL, deve essere considerato "una politica di sviluppo e non di spesa", è necessario ridare centralità allo stato sociale "perché altrimenti apparirebbe solo come erogazione di servizi". Il vero problema del Paese, ha dichiarato Camusso, "è quello di aver smesso di pensare al proprio futuro", ed ha aggiunto "è importante assicurare ai giovani e ai bambini di oggi un futuro certo e non una 'via crucis'".
Inoltre, ha proseguito il Segretario Generale CGIL, "si continua a costruire un enorme debito verso le generazioni future", un debito, ha spiegato, non solo monetario, ma che trova spazio attorno a due fattori: ad una nuova idea di tempo, infatti "tutto viene consumato in pochi istanti, perché si può dire tutto il contrario di tutto nell'arco di qualche minuto" e attorno alla totale assenza di pensiero "abbiamo attraversato una lunga stagione in cui il problema era abbattere le ideologie, insieme a quell'idea sono state abbattuti anche i valori ed ora siamo in una condizione in cui non c'è più neanche capacità di pensiero". Questo ha concluso Camusso, "determina grandi differenziali e disuguaglianze".
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