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Dispersione scolastica: assegnata alle scuole la prima tranche dei finanziamenti PNRR

I fondi sono attribuiti alle scuole secondo il criterio della “dispersione implicita” certificata dall’Invalsi. Escluse molte scuole in prima linea nel contrasto alla dispersione.

28/06/2022
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Con il DM 170 del 24 giugno 2022, che definisce i criteri di riparto delle risorse del PNRR destinate alle azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, il Ministero dell’Istruzione ha assegnato alle scuole secondarie di I e II grado 500 milioni di euro, quota parte del complessivo finanziamento di un miliardo e mezzo, rinviando a un successivo atto le modalità di attuazione degli interventi.

Il decreto, pubblicato senza alcun confronto con le parti sociali e con le Regioni, senza alcuna informativa alle OO.SS, prevede la realizzazione di attività in favore di alunni a rischio di “fragilità degli apprendimenti”, la “cosiddetta dispersione implicita” in base ai risultati delle prove INVALSI. Tale scelta, individuata dall’apposito gruppo di lavoro di cui al decreto del Ministro del 7 marzo 2022 n. 57, ferma restando l’autorevolezza dei componenti, risulta priva del contributo indispensabile delle scuole.  

La distribuzione dei fondi, fondata sulla percentuale di studenti con risultato L1 (mai esplicitato dall’INVALSI) nelle prove di italiano e matematica, produce la paradossale esclusione delle scuole con percentuale inferiore all’8%. Tale meccanismo risulta iniquo e non comprensibile oltreché non coerente con le finalità espresse nel PNRR. Gli indicatori prescelti dall’INVALSI infatti non risultano attendibili in relazione alla dispersione scolastica. Il risultato finale è che solo il 39% delle scuole italiane risulta beneficiaria dei fondi con incongruenze all’interno dei territori regionali e provinciali e con effetto paradosso: sono finanziati licei classici e non ricevono contributi gli istituti comprensivi appartenenti a zone in cui le percentuali della dispersione esplicita sono elevati e consolidati nel tempo. Inoltre le scuole superiori sono in numero preponderante rispetto a quelle del primo ciclo, segmento nel quale invece la fragilità degli apprendimenti deve essere affrontata. Balza agli occhi la totale assenza dei CPIA, istituti che non effettuano prove INVALSI, ma che sono evidentemente a rischio dispersione.

Il provvedimento pecca di scarsa trasparenza e affida i finanziamenti attraverso criteri, quali la cosiddetta “dispersione implicita” appunto, privi di fondamento dal punto di vista politico e scientifico, senza una preventiva analisi di contesto delle scuole e di rilevazione dei loro bisogni. Si trascurano ancora una volta le condizioni di difficoltà in cui versa il sistema scolastico del nostro Paese che richiederebbero invece interventi strutturali e di sistema.

Si ricorre al PNRR per nascondere il vero obiettivo di questo governo che è quello di contenere la spesa dello Stato per l’istruzione, di delegittimare la funzione centrale della scuola pubblica e di favorire il mercato privato della formazione.

La promozione, attraverso i fondi del PNRR, di “attività di co-progettazione e cooperazione fra la scuola e la comunità locale”, comprensiva di soggetti istituzionali e afferenti il terzo settore, se non è accompagnata da investimenti di spesa corrente per l’incremento degli organici e del tempo scuola, la riduzione del numero degli alunni per classe, il potenziamento della didattica laboratoriale significa una sola cosa: l’arretramento dello Stato in materia di istruzione pubblica e l’impoverimento del ruolo istituzionale e costituzionale della scuola statale, unica agenzia educativa garante del diritto allo studio sulla base dei principi di universalità, gratuità, laicità.

Si tratta dell’ennesimo atto del Ministero, emanato senza alcun confronto con il sindacato e con la scuola, sbagliato e controproducente. Valuteremo le necessarie iniziative per ottenerne l’annullamento.