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Approvata definitivamente la legge di bilancio 2020. Le nostre schede di lettura

Testo in vigore dal 1° gennaio 2020. Per i settori della conoscenza si tratta un provvedimento deludente e disorganico.

27/12/2019
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Il 24 dicembre 2019 è stata definitivamente approvata dalla Camera dei Deputati la legge che definisce il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. Il testo è quello approvato dal Senato il 16 dicembre 2019.

Il testo della Legge 160 del 27 dicembre 2019 è stato pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2019.

Proponiamo una serie di schede di lettura della legge che entrerà in vigore il 1° gennaio 2020, analizzando singolarmente ogni proposta normativa ed esprimendo su ognuna di esse una nostra valutazione.

Scarica le schede di lettura

Per i settori della conoscenza si tratta un provvedimento deludente e disorganico. Nessuna delle grandi criticità è stata affrontata

  • l’incremento degli organici dei docenti della scuola è insufficiente
  • il personale ATA è stato di fatto dimenticato
  • nessuna reale inversione di tendenza rispetto alle risorse del fondo di funzionamento ordinario delle Università pesantemente depauperate dalle politiche degli ultimi governi
  • davvero irrisorie le risorse stanziate per il diritto allo studio degli studenti universitari che non serviranno a porre fine alla vergognosa situazione dell’idoneo non beneficiario
  • nessun incremento del fondo di funzionamento degli enti di ricerca mentre non vi sono interventi significativi finalizzati al superamento della frammentazione del sistema della ricerca pubblica
  • nessun impegno sull’ampliamento delle dotazioni organiche nell’AFAM, pur a fronte di un aumento considerevole del numero di studenti iscritti.

Le risorse stanziate per il rinnovo contrattuale del comparto sono ancora lontane dagli impegni assunti da questo e dal precedente governo rispetto ad incrementi salariali significativi (a tre cifre), finalizzati, da un lato, a perequare le retribuzioni del comparto alla media di quelle del comparto pubblico, e, dall’altro, a ridurre il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi europei.

Su questi temi le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL del comparto “Istruzione e Ricerca” hanno proclamato la scorsa settimana lo stato di agitazione che ha condotto alla sottoscrizione il 20 dicembre scorso di specifici verbali di conciliazione (“Istruzione e Ricerca” e area dirigenziale) con precisi impegni del MIUR anche rispetto alla tempistica con cui scandire la trattativa.