Messe a disposizione: molto lavoro e poca chiarezza
L’instabilità degli organici ad inizio anno scolastico è appesantita dalla gestione da parte delle scuole della “messe a disposizione”. Occorre maggiore trasparenza e evitare gravosi carichi di lavoro per le segreterie
Dopo la nota MIUR n. 9594 del 20 settembre 2013 ed il DM 326 del 3 giugno 2015 (ministra Stefania Giannini), l’istituto dell’istanza della “messa a disposizione” è divenuta una pratica ordinaria.
Pur comprendendo l’esigenza di alcune scuole che a graduatorie esaurite attingono alle messe a disposizione, bisogna riconoscere che la presentazione di queste domande si è diffusa negli ultimi anni in maniera esponenziale, dietro la spinta di tanti siti che si occupano di scuola e che invitato i lavoratori precari alla presentazione di queste istanze, senza dare la necessaria attenzione ai termini e ai limiti che la normativa vigente definisce sulla materia.
In questo modo le scuole si trovano a gestire centinaia di domande di messa a dispozione, molte delle quali prive dei requisiti previsti dalla normativa per l’attribuzione delle supplenze, con conseguente sovraccarico di lavoro per le segreterie e rischio di alimentare errori e contenzioso nell’attribuzione delle supplenze.
Per queste ragioni, prima che venga emanata l’annuale nota ministeriale contenente le istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2018/2019 come FLC CGIL ribadiamo la nostra richiesta al Ministero di fare maggiore chiarezza sulla materia al fine di semplificare il lavoro svolto dalle scuole, e in particolare dal personale delle segreterie, all’inizio di ogni anno scolastico ed al fine di regolamentare e uniformare le procedure in tutto il territorio nazionale evitando discrezionalità che possono determinare vantaggi e acquisizione di titoli/servizi e punteggi a favore di alcuni e a discapito di altri.
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