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Giorno della Memoria: la difficile risalita dal non-umano

Rileggendo Primo Levi e Jean Amery. Due vittime del lager che non potevano più sopportare di sentirsi vittime e sopravvissuti. 50 anni fa usciva il secondo romanzo di Primo Levi, La tregua.

25/01/2013
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giorno-della-memoria-01Nel 1963, a 15 anni dalla pubblicazione di Se questo è un uomo, usciva il secondo romanzo di Primo Levi, La tregua. Sono passati 50 anni ma il libro conserva intatta tutta la sua forza narrativa. Lo suggeriamo alla lettura e alla rilettura affinché non si perda la memoria dell’abisso inumano e brutale che ha vissuto l’Europa negli anni del nazismo e del fascismo e del percorso umano di rielaborazione di quella sofferenza. La tregua è il viaggio di ritorno dall’orrore descritto in Se questo è un uomo, una pausa di speranza, prima che il senso di colpa del salvato prevalesse e il disagio di essere vittima fosse insopportabile.

È della tragedia umana del dopo lager che la rivista “Articolo 33” ha voluto occuparsi in occasione del Giorno della Memoria.

Non a caso, infatti, nel numero 11-12/2012 e nel numero 1/2013 si parla di due personaggi emblematici: Primo Levi e Jean Amery. Due intellettuali con storie diverse e con elaborazioni diverse della propria tragica esperienza. Ma con un epilogo comune, provocato dall’impossibilità di convivere con quello che è accaduto, senza poterlo superare e senza poterlo condividere.

Oggi il testimone della memoria appartiene a tutti noi, vecchi e giovani, è nostra la responsabilità di trasmetterlo. Ma per sapere dobbiamo conoscere, leggere e studiare.

Un percorso ipertestuale e uno speciale viaggio per non dimenticare.