Proseguono le polemiche sull'inizio d'anno in Puglia
Precari e supplenze, cresce la protesta: lunedì il primo incontro Si muove il direttore regionale. Che però rassicura i professori: "Il problema è più limitato di quanto appaia"
Fiori convoca i sindacati della scuola
Precari e supplenze, cresce la protesta: lunedì il primo incontro
Si muove il direttore regionale. Che però rassicura i professori:
"Il problema è più limitato di quanto appaia"
SARA STRIPPOLI
Stretto tra la denuncia dei sindacati che siglano un documento unitario e le proteste degli insegnanti che non accettano di abbassare la voce, il direttore scolastico regionale fa un passo indietro e annuncia un duplice incontro la prossima settimana: il primo, lunedì, con il provveditore; il secondo con i quattro rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Snals. «Non chiamiamolo riesame - chiarisce Giuseppe Fiori - piuttosto un'analisi della stato attuale della situazione. E' un problema più limitato di quanto appaia in questi giorni e riguarda soltanto alcuni istituti, medie e superiori, e non tutte le scuole della Provincia di Bari». «Inutile negare - ammette poi il dirigente scolastico regionale - che l'accelerazione imposta dalla legge ha creato una serie di disservizi». Una speranza, dunque, perlomeno un filo sottile cui aggrapparsi per ottenere quella che docenti esasperati e sindacati agguerriti considerano ormai una questione di principio. «Rileviamo con preoccupazione il disagio di questo avvio di anno - scrivono i responsabili provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Snals Maurizio Lembo, Maddalena Gissi, Andrea Misceo e Giuseppina Di Giacomo - stigmatizziamo un atteggiamento di chiusura della dirigenza dell'amministrazione periferica del Ministero ad accogliere ogni proposta tendente a ridurre il disservizio e a contenere il conseguente contenzioso a livelli fisiologici. Denunciamo inoltre le gravi irregolarità lesive dei diritti dei lavoratori e dell'utenza». La lista delle lagnanze, articolate in ben 11 punti, è dettagliata e tiene conto dei singoli casi riportati agli sportelli di consulenza dei quattro sindacati: «Perfettamente inutile nascondersi dietro toni morbidi - dice Giuseppina Di Giacomo dello Snals che sta raccogliendo segnalazioni ogni giorno - la situazione è insoddisfacente da ogni punto di vista».
Nel frattempo, il coro dei precari imbestialiti continua ad alzare il volume, elegge a luogo della protesta la sede del provveditorato, non teme di minacciare una pioggia di ricorsi. La classe insegnante sembra aver smesso i panni umili di chi subisce in silenzio il burocratese e le sue mille ambiguità interpretative e passa all'attacco. Giovedì sera, nella sede della Cgil dove si è svolto un incontro con l'avvocato che seguirà le pratiche di ricorso, le storie si intrecciavano. Non tutte hanno a che fare con lo scambio di graduatoria, molti chiedono ancora giustizia sull'accorpamento delle fasce, altri interessi confliggono, ad esempio quelli di chi era assente o presente il fatidico 31 agosto, giorno delle nomine del provveditorato. Tutti parlano per articoli di legge, indicano il numero di una circolare, fanno riferimento a un diritto che ritengono violato. «Sono un fantasma che vuole restare senza nome - dice un'insegnante di 42 anni, precaria dall'89, abilitata dal ‘90 ma mai immessa in ruolo. Il 31 ho avuto una cattedra, poi un collega ha presentato ricorso e con grande tempismo sono stata sostituita. Nel frattempo, avendo ricevuto la nomina, sono scomparsa da tutte le graduatorie. Non compaio, quindi non vengo chiamata. Ergo, non esisto». Maria Corsignana Depalo è battagliera ma la sua lotta è contro la scuola privata e le insegnanti che hanno svolto la loro carriera tra le tranquille mura degli istituti privati, senza corse, senza doppie scuole, spesso senza riunioni di organi collegiali e di programmazione: «Con questa storia dell'accorpamento della terza e quarta fascia sono scesa di 1000 posti», si sfoga con impeto. «Non lo accetto, è una vergogna».
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