Giorgio Spini, una vita vissuta per il bene della Repubblica
La FLC Cgil lo ricorda
Giorgio Spini, storico insigne, intellettuale socialista, laico ma impegnato nella chiesa valdese, ci ha lasciato. Si è spento il 14 gennaio a Firenze dopo “una vita vissuta per il bene della Repubblica, un esempio per tutti noi”, come ha scritto il Presidente Ciampi che aveva conosciuto Spini nel 1944.
Era professore emerito all’Università di Firenze, ma aveva insegnato in vari atenei, anche negli Stati Uniti. Dal suo lavoro di storico e di educatore è nato un manuale di storia per le scuole su cui si sono formati tanti giovani e molti di noi.
La sua ricerca storica, il Seicento in Italia e in Europa, i movimenti religiosi ed ereticali dal XVII secolo fino al Risorgimento, si è sempre accompagnata al suo impegno civile e politico di altissimo livello etico. Come la sua religiosità non si è mai disgiunta dal suo senso laico. La sua fede evangelica lo portò a scoprire l’impegno politico e l’opposizione al fascismo. “Tra quei ragazzacci che, calpestando i loro padri, smisero di fare gran preghiere e di guardare dalla finestra e decisero di saltare il fosso, c’ero anch’io”.
Molto importanti sono stati i suoi studi sulle relazioni tra il protestantesimo italiano e la cultura liberale del Risorgimento.
Membro del Partito d’azione ha partecipato alle attività del Comitato di Liberazione Nazionale (CNL). E’ di questa esperienza che scrive nel suo ultimo libro La strada della Liberazione, scritto insieme al figlio Valdo, che è insieme una sorta di autobiografia e di testamento politico e culturale. Spini, infatti, non smise mai di riflettere e studiare su anni cruciali della storia italiana come furono il 1943 e il 1944, indicando anche filoni di ricerca: le intenzioni di Churchill e di Roosvelt sul dopoguerra italiano e le loro relazioni con il governo Badoglio e la casa reale; i rapporti all’interno del CNL e del Comitato con le autorità alleate; il tentativo di esponenti del fascismo di riaccreditarsi come interlocutori... Spini suggerì anche di approfondire sull’assassinio di Matteotti, in particolare su retroscena di tangenti versate a esponenti fascisti e ai Savoia dalla società petrolifera Siclair oil di cui il deputato socialista pare fosse a conoscenza.
Con Spini se è andato un uomo libero, uno studioso aperto, schierato ma non fazioso, civile, impegnato, religioso ma laico. Un intellettuale prezioso per la nostra cultura. Una figura di cui certamente sentiremo la mancanza.
Roma, 17 gennaio 2006
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