JOBS ACT, la Legge delega e i decreti di Natale
Una nostra prima analisi e un commento sui recenti provvedimenti del Governo.


Appena diventato Presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciò una rivoluzione (poi definita copernicana) per il lavoro: il Jobs Act.
Il primo atto di tale riforma ha preso il volto del Decreto Poletti, approvato nel marzo 2014 e convertito in legge nel maggio successivo, noto alle cronache per aver di fatto liberalizzato l'utilizzo del contratto a tempo determinato, eliminando l'obbligo di causali.
L'atto secondo, la Legge 183 del 10 dicembre 2014 (Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione), ha confermato che il progetto di riforma del lavoro targato Governo Renzi rimane saldamente ancorato al dogma degli ultimi decenni: flessibilizzare il mercato del lavoro per creare sviluppo e occupazione. La stessa strategia che ha prodotto disoccupazione e precarietà come cifra di vita di almeno due generazioni.
Il 24 Dicembre 2014, infine, il Consiglio dei Ministri ha licenziato lo “Schema di Decreto Legislativo su contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti” e lo “Schema di Decreto Legislativo su riordino normativa ammortizzatori sociali (NASpI)”, attualmente all'esame delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato cui spetta di esprimere un parere in merito.
In allegato una prima analisi e un commento della FLC CGIL su tali provvedimenti. Seguiranno ulteriori approfondimenti sui decreti in oggetto, non appena licenziati in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, e sui successivi decreti attuativi previsti dalla Legge Delega.
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