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La terra trema. Che fare?

Guardare oltre l'emergenza e mettere in sicurezza l'Italia. Un grande piano di investimenti su edilizia scolastica, ambiente, beni culturali sarebbe un buon inizio e avrebbe importanti ricadute economiche e occupazionali.

30/05/2012
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La pianura padana continua a tremare. Morti, crolli, l'economia in ginocchio, la storia cancellata sotto le macerie di chiese, campanili, palazzi.
E come spesso accade in Italia c'è la tragedia nella tragedia. I capannoni industriali crollati sui lavoratori non erano stati costruiti con criteri antisismici per questo allo strazio personale delle famiglie che hanno perso congiunti e beni si aggiunge il blocco delle attività produttive in settori importanti come l'alimentare, il biomedico, il meccanico e la cassa integrazione. Un terremoto che si estende a tutta l'Italia con costi umani ed economici che non fanno bene in questa crisi.

Anche la maggioranza delle scuole non è a norma, e non solo in Emilia Romagna. Bambini, ragazzi, lavoratori sono a rischio, ogni giorno. Perché, come si sa, il terremoto non dà preavviso. Quando arriva è già troppo tardi.

Il Governo, le istituzioni hanno promesso interventi immediati. Ma lo fanno sempre in questi casi. L'Italia ha bisogno di un piano straordinario a 360°. Non abbiamo solo problemi di bilancio. Non a caso da molte parti si chiede un new deal. Un piano straordinario pubblico che metta in sicurezza l'intero paese ha un alto costo, ma ha grandi ritorni anche economici e occupazionali. I costi delle distruzioni sono molto più alti. Edilizia scolastica, ambiente, tutela dei beni culturali... sono solo alcune delle voci per un grande piano di investimenti e di rilancio. Abbiamo perso più di un treno della prevenzione, ma ce ne sono ancora altri. Non perdiamoli perché non sono infiniti. E non vogliamo più piangere innocenti vittime dell'incuria. Dobbiamo imparare a convivere con i terremoti, perché l'Italia è zona sismica. Ma per farlo ci vuole intelligenza e senso di responsabilità.