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Parlamento europeo: risoluzione su lingua materna e due straniere a scuola

Strasburgo, sessione del 23-26 marzo 2009. Promuovere l'apprendimento delle lingue, anche regionali.

21/04/2009
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Dal sito del Parlamento Europeo (disponibile anche in altre lingue)

La diversità linguistica dell'UE è una risorsa culturale fondamentale. Una relazione all’esame dell’Aula sostiene la promozione dell'apprendimento di due lingue straniere, in particolare europee, a scuola e nella formazione continua, per favorire la mutua comprensione, l'inclusione sociale e l'occupabilità. Raccomanda anche di privilegiare il sottotitolaggio dei programmi TV, anziché il doppiaggio. Dove convivono più lingue ufficiali, queste andrebbero utilizzate quali lingue d'insegnamento.

La relazione di Vasco GRAÇA MOURA (PPE/DE, PT) ribadisce «l’importanza di riconoscere la parità tra le lingue ufficiali dell’Unione europea in tutti gli aspetti dell'attività pubblica». Anche perché la diversità linguistica dell'Europa costituisce «una risorsa culturale fondamentale» e sarebbe quindi un errore se l'UE si limitasse a una sola lingua principale. Esorta pertanto gli Stati membri a integrare il multilinguismo, oltre che nell'ambito dell'istruzione, anche nelle politiche in materia di apprendimento permanente, inclusione sociale, occupazione, mezzi di comunicazione di massa e ricerca.

La relazione accoglie con favore la proposta della Commissione di promuovere "la lingua materna più altre due lingue" nell'ambito dell'istruzione e raccomanda agli Stati membri di includere nei programmi scolastici lo studio facoltativo di una terza lingua straniera nella scuola secondaria. In proposito, ribadisce la priorità politica attribuita all'acquisizione delle competenze linguistiche attraverso l'apprendimento di altre lingue dell'Unione europea, una delle quali dovrebbe essere la lingua di un paese vicino e l'altra una "lingua franca" internazionale. Anche perché ciò potrebbe «migliorare la comprensione reciproca all'interno dell'Unione europea». Allo stesso tempo occorre «promuovere maggiormente la proiezione internazionale delle lingue europee nel mondo».

Nel contesto dell'apprendimento permanente, i deputati ritengono che vada offerto supporto sufficiente ad aiutare i cittadini di tutti i gruppi di età a sviluppare e migliorare le loro competenze linguistiche in modo continuativo, offrendo loro accesso a un insegnamento linguistico adatto «allo scopo di migliorarne l'inclusione sociale e le prospettive occupazionali e di benessere». Le imprese europee, e in particolare le PMI, dovrebbero inoltre poter contare su un sostegno concreto a favore dell'apprendimento e dell'utilizzo delle lingue «che faciliti loro l'accesso ai mercati internazionali».

Nell'incoraggiare il ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in quanto strumenti indispensabili per l’insegnamento delle lingue, la relazione raccomanda l'uso del sottotitolaggio nella lingua nazionale, anziché del doppiaggio e delle voci fuori campo, nei programmi televisivi, in particolare quelli per bambini. Ciò, infatti, faciliterebbe l'apprendimento e l'esercizio delle lingue comunitarie e una migliore comprensione della realtà culturale da cui provengono le produzioni audiovisive.

I deputati affermano di promuovere e sostenere l'introduzione delle lingue madri minoritarie, autoctone e straniere sotto forma di offerta didattica non obbligatoria e/o attività extrascolastica aperta a tutti. Ritengono peraltro che le lingue regionali e minoritarie «sono un patrimonio culturale da salvaguardare e coltivare» ed è quindi «essenziale garantire che nei paesi o nelle regioni in cui convivono due o più lingue ufficiali, queste lingue «siano utilizzate quali lingue d'insegnamento a tutti i livelli di istruzione». Sottolineano inoltre l’importanza di «salvaguardare la possibilità per i genitori e gli educatori di scegliere la lingua ufficiale di istruzione dei figli nei paesi in cui coesistono una o più lingue ufficiali o una o più lingue regionali». Evidenziano poi l'importanza di garantire, negli Stati membri ove coesistono lingue ufficiali diverse, la piena intelligibilità dei messaggi nelle varie lingue, in particolare negli ambiti di interesse per le persone anziane e nei settori della giustizia, della sanità, dell'amministrazione e dell'occupazione.

La relazione propone poi di istituire, ad ogni livello formativo e a prescindere dall'ambiente geografico, la presenza di insegnanti di lingue qualificati e certificati, invitando anche la Commissione e gli Stati membri a favorire la mobilità professionale degli insegnanti e la cooperazione tra scuole di diversi paesi. Propone tra l’altro agli Stati membri di esaminare la possibilità di effettuare scambi del personale docente a diversi livelli formativi, affinché le varie materie scolastiche possano essere insegnate in più lingue. Inoltre, considera cruciale l’istituzione di programmi specifici di sostegno alla traduzione e la costituzione di reti di banche dati terminologiche multilingui.

I deputati invitano infine la Commissione e gli Stati membri a promuovere misure che facilitino l'apprendimento linguistico dei soggetti che vivono in situazioni svantaggiate, degli appartenenti a minoranze etniche e dei migranti, per consentire a tali persone di integrarsi nella società. Sottolineano quindi la necessità che i governi nazionali promuovano efficacemente dei corsi speciali di lingue e mettano a loro disposizione i mezzi necessari per apprendere la lingua e la cultura del paese ospitante. Ritengono inoltre che, prima di iniziare a frequentare la scuola, «i bambini debbano essere in grado, nel loro stesso interesse, di parlare la lingua del paese in cui vivono, «perché non divengano vittime di discriminazioni ... e affinché possano partecipare a tutte le attività su base paritaria».

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Ufficio d'informazione del Parlamento Europeo per l'Italia