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Due milioni e mezzo di manifestanti nella Francia in sciopero

Piena riuscita dello sciopero anti-crisi organizzato praticamente da tutti i sindacati in Francia. Massicce manifestazioni in 200 città. Grande la partecipazione della scuola dell'università e della ricerca alla giornata di lotta.

30/01/2009
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Ieri la Francia è scesa in piazza contro la crisi e contro l’insufficienza delle misure governative per affrontarla. Due milioni e mezzo di manifestanti sono sfilati in 200 città. Lo sciopero era organizzato da otto organizzazioni sindacali: le confederazioni CGT, CFDT e FO, la cattolica CFTC, il sindacato dei quadri CGC, i cobas francesi della SUD-Solidaires e le federazioni indipendenti del pubblico impiego e della scuola FSU e UNSA.

In Francia, a differenza che da noi, nessuno si è permesso di dire che scioperare contro la crisi era come scioperare contro la jella. Probabilmente è più chiara che da noi sia ai lavoratori che a tutti i vertici sindacali la responsabilità che nella crisi attuale portano le classi dirigenti ed in particolare la destra politica, come da noi neo-liberista e come da noi governante.

Sarkozy stesso non ha potuto che ammettere che lo sciopero non era privo di ragioni e promettere tra una convocazione di tutte le parti sociali: alla vigilia dello sciopero i sondaggi davano come favorevole alla giornata di lotta una percentuale oscillante tra i due terzi e i tre quarti dei francesi, a seconda delle indagini.

Nella scuola lo sciopero ha coinvolto oltre il 60% degli insegnanti e degli altri lavoratori. Nella piattaforma per la scuola c’erano il ritiro del taglio di 13.500 posti nel 2009, l’apertura di una discussione sulla rivalutazione economica del lavoro docente e una riforma dello stato giuridico, il rispetto degli organi collegiali paritetici e una modifica della riforma dei licei (quest’ultima sospesa e rinviata, come da noi).

Roma, 30 gennaio 2009