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Ancora sui test di lingua per il permesso di soggiorno CE

Il MIUR ha fornito oggi delle prime informazioni alle organizzazioni sindacali.

07/12/2010
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Nella mattinata di oggi 7 dicembre, il MIUR, nel corso di un breve incontro, ha informato i sindacati in merito all'Accordo quadro tra Ministero degli Interni e il MIUR stesso dell'11 novembre 2010. Si tratta dell'Accordo tramite il quale si avviano i test di lingua per il rilascio del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti.

La FLC, in stretta collaborazione con la CGIL, segue la questione con particolare attenzione perché si intrecciano due aspetti di grande interesse: da un lato i processi di regolarizzazione degli immigrati presenti nel Paese e, dall'altro, il ruolo della scuola - e segnatamente dei CTP/CPIA - nell'insegnamento dell'italiano L2 e nell'acquisizione di conoscenze e competenze utili alla partecipazione alla vita sociale degli immigrati stessi.

I contenuti dell'informativa del Ministero

Le informazioni ricevute confermano sostanzialmente la nostra analisi.
Innanzitutto si valorizza il ruolo istituzionale, imprescindibile, della scuola pubblica nella promozione dell'inclusione sociale.
Importante da questo punto di vista, il fatto che siano esonerati dal test (come previsto dall'art 4, comma 1 b del Decreto 4 giugno 2010) gli immigrati che abbiano frequentato corsi di italiano L2 presso i CPIA (CTP) conseguendo al termine del corso un titolo che attesta il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A 2 del Quadro comune di riferimento europeo

Al tempo stesso però, va evidenziato che i finanziamenti previsti, messi a disposizione del Ministero degli Interni, tramite il Fondo Europeo per l'Integrazione, sono tutti finalizzati allo svolgimento del test. Sembrano perciò rimanere sguarniti gli altri punti del Piano integrato di interventi, a cominciare dai progetti pilota volti alla formazione degli stranieri che dovranno sostenere il test, previsti dall'art 6 dell'Accordo.

Questo elemento, fra gli altri, fa temere che sia in atto il tentativo di piegare e ridurre il ruolo della scuola pubblica (e dei CTP) ad una sostanziale subalternità rispetto alle attuali politiche dell'immigrazione.

La nostra valutazione

Abbiamo chiesto la convocazione urgente di un tavolo di confronto nazionale per affrontare tutti i problemi che sono emersi dalla lettura dell'accordo, per dare indicazioni comuni a tutti i territori e per evitare la sottovalutazione del fenomeno.

Ribadiamo che, secondo stime affidabili, le persone interessate all'effettuazione dei test potrebbero essere diverse centinaia di migliaia distribuite diversamente nelle diverse aree del nostro Paese. Per affrontare questa situazione è opportuna l'attivazione dei Tavoli congiunti previsti dall'accordo perché possano valutare territorialmente le richieste e l'effettivo fabbisogno di erogazione dei test per avviare le procedure nei tempi previsti.

Abbiamo chiesto di discutere la tabella degli standard di costo per sessione di test e abbiamo richiamato le garanzie previste dal contratto per i docenti e gli ATA e i dirigenti che saranno impegnati nelle operazioni previste dall'accordo. L'amministrazione ha comunque preannunciato, dopo la consultazione dei sindacati, l'emanazione di una circolare applicativa degli accordi di cui vi daremo puntuale informazione.