Autonomia differenziata: un’istruzione a geometria variabile non serve al Paese
Siamo contrari ad un’idea di regionalizzazione che non garantisce un uguale diritto all’istruzione su tutto il territorio nazionale.
L’istruzione è un diritto costituzionale indisponibile, un diritto di cittadinanza che già oggi si esercita nel nostro Paese in maniera disomogenea, con enormi differenze tra territori e territori: il nostro obiettivo oggi dovrebbe essere quello di cancellare la variabilità di questa geometria, non di aumentarla.
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Sull’autonomia differenziata è stata richiesta una delega al governo sulle materie dell’istruzione con il rischio concreto che il Parlamento sia esautorato dal dibattito.
Con la riforma del Titolo V sono stati introdotti i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale. In relazione all’istruzione essi non sono mai stati declinati, mentre nel settore della sanità, dove sono stati definiti come LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), non vengono rispettati in ragione di una politica irresponsabile e miope, indifferente alle reali condizioni di uguaglianza dei cittadini italiani.
Si tratta allora di invertire la tendenza e nell’istruzione, come del resto in ogni campo che riguardi i diritti civili e sociali, occorre determinare i LEP e farli rispettare, configurandosi ogni condotta politica ed economica contraria come incostituzionale e da respingere nettamente.
La FLC CGIL, in quanto ritiene che la garanzia dell’unità del sistema Paese e dell’esigibilità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale sia un tema prioritario per la coesione nazionale e sociale, ribadisce l’assoluta contrarietà ad una idea di regionalizzazione che considera i diritti fondamentali un bene limitato e addirittura regionalizzabile, quando invece si tratta di estenderli in maniera uniforme in tutto il Paese.
In questo quadro il diritto all’istruzione non può che essere assicurato da una scuola laica, nazionale e repubblicana e tutte le articolazioni del sistema di istruzione (l’università, la ricerca e l’AFAM) debbono riassumere la configurazione di autonomie della Repubblica funzionali al diritto dei cittadini.
La FLC CGIL ribadisce il proprio impegno a difendere il sistema formativo pubblico e nazionale, esprime la più ferma contrarietà al processo in corso di generalizzazione delle autonomie differenziate nei settori educativi e formativi innescato da diverse regioni e rilanciato dalle recenti dichiarazioni del Governo e si impegna a contrastare radicalmente le ipotesi di autonomia differenziata ed ogni pratica contrattuale ad essa collegata.
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