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Anche la Musica tra le vittime dell’invasione dell’Ucraina

Una grottesca disposizione dell’UE fa rientrare tra le sanzioni commerciali, l’esportazione in Russia degli strumenti musicali di valore superiore a € 1.500.

18/05/2022
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La cooperazione scientifica, culturale e artistica, anche nelle fasi più buie della Guerra fredda, ha rappresentato uno straordinario strumento di pace tra gli uomini e le donne del nostro pianeta nonostante abissali differenze e atroci conflitti.

Veniamo da giorni in cui si è giustamente ricordato il messaggio di pace che ha per sua natura la Musica, in quanto linguaggio universale comprensibile da tutte e da tutti, in grado di superare la barriera, spesso insormontabile, del linguaggio verbale.

In questo contesto, appare davvero f.sinoconcertante quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2022/428 del Consiglio del 15 marzo 2022 che tra i beni di lusso che è vietato vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità od organismo in Russia, o per un uso in Russia, ha indicato anche

  • Pianoforti, anche automatici; clavicembali ed altri strumenti a corde con tastiera
  • Altri strumenti musicali a corde (per esempio: chitarre, violini, arpe)
  • Strumenti musicali ad aria (per esempio: organi a canne e a tastiera, fisarmoniche, clarinetti, trombe, cornamuse), diversi da orchestrion e da organi di Barberia
  • Strumenti musicali a percussione (per esempio: tamburi, casse, xilofoni, piatti, castagnette (nacchere), maracas)
  • Strumenti musicali il cui suono è prodotto o deve essere amplificato elettricamente (per esempio: organi, chitarre, fisarmoniche)

di valore superiore a € 1.500,00.

Di ciascuna famiglia strumentale viene indicato anche il codice Taric (ossia la Tariffa Doganale Comunitaria applicata nell’Unione Europea dal 1987 che rappresenta lo strumento per il calcolo dei dazi doganali sulla merce importata).

Come FLC CGIL fin da subito abbiamo contestato le sanzioni contro la Federazione Russa che riguardavano l’interruzione dei rapporti scientifici, culturali e artistici. Ignorare che cultura e scienza sono da sempre i luoghi in cui lo scambio avvicina e riconnette popoli e saperi, gli ultimi ponti a restare in piedi anche quando tutto sembra perduto, significa rafforzare il nazionalismo russo voltando le spalle alla pace. Nel caso specifico, cosa e chi intende colpire una sanzione sulla vendita degli strumenti musicali? Un musicista professionista, uno studente o una studentessa che sta sviluppando il proprio talento musicale?

Colpisce, inoltre, l’inserimento degli strumenti musicali tra i beni di lusso che dimostra un’arretratezza culturale indegna per la storia e la tradizione dell’Europa.

Una prima ma significativa inversione di rotta rispetto alla escalation senza fine a cui stiamo assistendo da quasi tre mesi, sarebbe l’immediata eliminazione di una sanzione tanto incomprensibile quanto grottesca. Per questo chiediamo al governo Draghi: se non ora, quando?