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16 dicembre, sciopero generale. Insieme per la giustizia e per riformare il Paese

I segretari generali di Cgil e Uil illustrano le ragioni dello sciopero. Landini: “Nella manovra del governo si aiutano i redditi più alti: un errore molto grave. Devono confrontarsi con noi”.

08/12/2021
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Da Collettiva.it
Di Emanuele Di Nicola


"È uno sciopero per ottenere dei risultati. Uno sciopero di merito che pone dei problemi al governo, per cambiare nel modo giusto questo Paese": Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi in conferenza stampa con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. I due hanno illustrato le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre con manifestazione nazionale a Roma, dal titolo "Insieme per la giustizia".

Nella manovra economica, ha spiegato, "le risorse maggiori vengono date ai redditi più alti: questo secondo noi è sbagliato. Al contrario bisogna investire sulla sanità pubblica, la scuola e l’istruzione. Vanno fatte assunzioni nella sanità e nel pubblico impiego". La parola giustizia sta nel titolo della mobilitazione: "Giustizia significa anche dire basta alla precarietà - prosegue Landini -: questo è l’altro grande tema e la critica che facciamo ai provvedimenti. L’80 per cento delle assunzioni quest’anno sono state fatte con contratti precari. Per noi ciò non è accettabile".

È vero che c’è l’espansione e la ripresa ma, si chiede il leader della Cgil, "ripresa per chi? Quale nuovo modello si deve affermare? Noi chiediamo di cancellare le forme di assunzione che sono solo precarietà. La forma per assumere le persone deve essere una: fondata sulla formazione e sulla prospettiva della stabilità. Occorre rimettere al centro giovani e donne".

Nella legge di bilancio "ci sono anche cose buone, raggiunte grazie al contributo dei sindacati. Ma è molto significativo quello che manca: non c’è una vera riforma fiscale, del mercato del lavoro, una seria lotta all’evasione. Dopo tanto tempo che lo chiediamo, ancora manca il decreto contro le aziende che fanno delocalizzazioni".

In particolare quello che è avvenuto sul fisco "è molto grave", secondo Landini. "Dopo aver parlato con noi il governo ha colto che c’è qualcosa che non va. Poi però la maggioranza ha bocciato le richieste di cambiamento, che andavano tutte a favore dei redditi più bassi. Ovvero la maggioranza ha bocciato l’idea di introdurre un minimo di solidarietà: un elemento molto grave, che deve far riflettere tutta la politica, la quale non sta tenendo conto della situazione reale del Paese". 

Sul fisco, ancora, "c’erano otto miliardi a disposizione ma il governo si è presentato da noi con un accordo già fatto. Quando parliamo di Irpef, deve essere chiaro che il 90 per cento la pagano lavoratori dipendenti e pensionati: va discusso con i sindacati che queste persone le rappresentano. Intervenire sulla materia senza permettere di discuterne è un errore molto grave. Se questo è il primo passo verso la riforma fiscale, noi non siamo d’accordo".

Poi c’è il capitolo pensioni. "L’esecutivo si era impegnato ad aprire un tavolo per superare la riforma Fornero - ha ricordato Landini -. Tavolo che non è ancora stato aperto. Il metodo ci preoccupa: se arrivano al confronto con l’intesa già chiusa tra i partiti della maggioranza, questo significa uccidere le parti sociali. Noi da tempo abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria: andiamo in piazza per sostenerla, per riaffermare le richieste che finora non sono state accolte". 

Maurizio Landini ha ribadito l’autonomia nei confronti del governo. "Giudichiamo i governi per quello che fanno, non per chi li compone. Se un governo taglia il rapporto con le parti sociali, noi lo diciamo: le diseguaglianze si combattono aiutando chi sta peggio, non chi sta meglio". Con l’esecutivo comunque il dialogo non è interrotto: "Si può trattare, dialogare e scioperare. Siamo pronti a parlare col governo di tutto, ma ci devono essere cambiamenti molto forti. Non siamo indisponibili al confronto prima dello sciopero, ma sia prima che dopo pensiamo che il confronto si debba fare su basi diverse".

Insomma Cgil e Uil vanno in piazza "insieme per la giustizia": "Ci mobilitiamo per rimettere al centro l’idea che la giustizia debba essere la base per riformare questo Paese. Una giustizia vera: economica, sociale e dei diritti. Dalla pandemia dobbiamo uscire con un nuovo modello: al mondo del lavoro va riconosciuto il contributo fondamentale che ha portato in questo anno e mezzo di pandemia".

Sulla stessa linea il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri: "Abbiamo apprezzato il lavoro costante fatto dal presidente Draghi nel confronto con le parti sociali - ha spiegato -, ma riteniamo che il governo non abbia dato tutte le risposte che noi ci aspettavamo sui temi più importanti". Sulle critiche di alcune forze politiche allo sciopero generale, ha detto, "lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione".

In conclusione così Maurizio Landini: "Ci rivolgiamo al governo, affinché tenga conto dei bisogni del mondo del lavoro, in particolare dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno".