
Corsi abilitanti: a un anno dalla scadenza prevista arriva l’informativa sul DPCM che regola la formazione in ingresso
Le nostre richieste: alzare la riserva per precari e ingabbiati e abbassare i costi.


Il Ministero dell’Istruzione e Merito ha illustrato il testo del DPCM sui corsi abilitanti atteso già dallo scorso luglio 2022.
Tempi: i corsi secondo quanto espresso dai rappresentanti del MIM presenti dovrebbero partire già dal prossimo autunno e comunque con l’anno accademico 2023/24.
Costi: il costo massimo dei corsi fissati nel DPCM è pari a 2.500 euro per i corsi da 60 CFU e 2.000 per gli studenti che frequentano i corsi contemporaneamente all’iscrizione al percorso della laurea magistrale. Saranno sempre di 2000 euro massimo anche per i docenti che vogliono conseguire un’ulteriore abilitazione con i corsi da 30 CFU, per gli specializzati sostegno che si devono abilitare e per i docenti che dopo il concorso dovranno completare la propria formazione con i 30 CFU nell’anno di prova con contrato a tempo determinato.
Riserva: è prevista una riserva del 40% dei posti per il primo ciclo dei corsi di formazione e del 30% per il secondo e il terzo ciclo calcolata sul totale dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in ciascuna Università o Istituzione AFAM.
Riconoscimento 24 CFU: Ai fini del conseguimento dei 60 CFU o CFA sono riconosciuti ventiquattro CFU o CFA conseguiti sulla base del previgente ordinamento, ferma restando la necessità di acquisire almeno dieci CFU o CFA di tirocinio diretto.
I CFU e i CFA conseguiti nei corsi di studio universitari o accademici, se coerenti con il Profilo del DPCM definito all'allegato A, possono essere riconosciuti.
Modalità di erogazione dei corsi: le attività formative sono regolate dall’art. 2-bis comma 1 del Dlgs 59/2017, ovvero: “I percorsi sono svolti interamente in presenza o, esclusivamente per le attività diverse dalle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche in misura comunque non superiore al 20 per cento del totale”. Nel DPCM non viene specificato altro anche perché il governo vorrebbe intervenire sulla norma e aumentare la quota di attività erogata in modalità telematica.
Soggetti che erogano i corsi: saranno Università e istituzioni AFAM che si organizzano anche in forma aggregata sotto forma di Centri Multidisciplinari che si accrediteranno presso il MUR sulla base di requisiti fissati dal DPCM e controllati dall’ANVUR.
Tutor: stanno previsti tutor dei tirocinanti e tutor coordinatori.
Le nostre principali richieste
Abbassare i costi e le tasse per ci frequenta i corsi: la decisione di non destinare alcun finanziamento all’organizzazione dei corsi di formazione in ingresso, mentre la norma destina 30 milioni di euro alla Scuola di Alta Formazione del Personale istituita presso il MIM rappresenta una scelta che non condividiamo. Bisogna finanziare la formazione in ingresso e abbassare il costo massimo dei percorsi, sia di quelli da 60 che da 30 CFU.
Aumentare la quota di riserva dei posti: riteniamo che la riserva del 40% dei posti sul totale dell’offerta formativa a favore di precari, ingabbiati e specializzati nel sostegno privi di abilitazione sia troppo riduttiva. Bisogna innalzare questa percentuale.
Offerta formativa adeguata su tutto il territorio nazionale: la stima dei fabbisogni di docenti abilitati di cui la scuola ha necessità è articolata su base regionale, in analogia l’offerta formativa delle università dovrebbe essere articolata su base regionale e territoriale in maniera da garantire a chi è interessato di potersi abilitare nella regione in cui lavora.
Retribuire i tutor con risorse “dedicate”: senza determinare una riduzione dei finanziamenti per la card docente.
Rafforzare la governance democratica dei Centri che erogano la formazione: prevedendo una rappresentanza elettiva x studenti e personale docente e amministrativo in seno agli organismi che hanno compiti decisionali.
L’amministrazione ha dato delle risposte ad alcune nostre richieste, ma complessivamente queste risposte non riguardano il cuore del provvedimento, ovvero la decisione politica di finanziare i percorsi garantendo un’offerta formativa di corsi abilitanti più ampia sul territorio nazionale, di qualità e con costi più accessibili.
Sulla card docente nel decreto legge “salva-infrazioni” il governo interverrà per stanziare risorse per la card ai docenti con contratto a TD al 31 agosto e ci è stato annunciato, anche se è tutto da verificare, un intervento teso a evitare il taglio ai fondi previsto nel DL 36/2022.
Abbiamo chiesto di essere riconvocati per un riscontro in merito alle modifiche che verranno accolte.
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