
Avanti tutta del Ministro del Merito con i titoli di abilitazione e specializzazione presi all’estero: abilitati e specializzati in Italia rischiano di essere scavalcati da chi ha titoli ancora non riconosciuti
Chi è inserito con riserva nella prima fascia delle graduatorie provinciali (GPS) in quanto ha acquisito il titolo all’estero potrà stipulare i contratti anche se manca il riconoscimento formale del titolo di accesso alla graduatoria.


Le organizzazioni sindacali sono state appena informate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito che sul tema dei docenti abilitati o specializzati all’estero ci sarà un’inversione di rotta rispetto all’impostazione tenuta sinora.
Nel giro di 15 giorni siamo passati da un’informativa nella quale si ribadiva chi ha acquisito il titolo all’estero ed è in attesa di riconoscimento avrebbe potuto inserirsi nella 1 fascia delle GPS, ma senza accedere ai contratti a TD, a una modifica totale di questa previsione normativa, con una nuova Ordinanza di segno diametralmente opposto.
I docenti che hanno acquisito un titolo di abilitazione o specializzazione nel sostegno all’estero, in Paesi in cui, parlando di inclusione e sostegno, esistono ancora le classi differenziali, sono diverse migliaia.
Il costo di questo processo si aggira spesso intorno agli 8-9 mila euro.
I processi di valutazione di questi titoli finalizzati all’eventuale riconoscimento hanno visto lunghi contenziosi davanti al TAR e al Consiglio di Stato e una lentezza ingiustificabile da parte del Ministero del’Istruzione e Merito nel definire dei protocolli di riconoscimento dei titoli medesimi.
Ora, il ministro Valditara, se fosse confermata questa impostazione, potrebbe firmare un’Ordinanza che ribalta la previsione dell’OM 112 del 6 maggio 2022 che affermava che l’inserimento con riserva non avrebbe potuto dar titolo all’individuazione in qualità di avente titolo alla stipula del contratto.
La modifica arriva dopo che diverse sentenze del TAR avevano confermato la correttezza delle previsioni dell’OM 112, in quanto la giustizia amministrativa aveva considerato che mancando il presupposto del riconoscimento del titolo di accesso non vi fossero le condizioni per la stipula del rapporto di lavoro. Nonostante questo il Ministro modifica proprio la parte dell’ordinanza che aveva ricevuto queste conferme e apre di fatto a un nuovo conflitto tra precari: quelli abilitati o specializzati in Italia e quelli che hanno acquisito il titolo all’estero e sono in attesa di riconoscimento.
Come mai questo fenomeno delle abilitazioni e delle specializzazioni estere è così diffuso nel nostro Paese?
Sicuramente è il frutto di un lungo blocco dei corsi abilitanti che come FLC CGIL abbiamo più volte denunciato, ma nel caso delle specializzazioni su sostegno che invece possono essere conseguite in Italia è chiaro che il fenomeno è connesso alla presenza di prove di accesso selettive ai corsi di specializzazione avviati dalle università italiane.
Sta di fatto che a oggi il fenomeno ha assunto dimensioni rilevanti e la scelta del Ministro potrebbe avere effetti non solo sulle assunzioni con contratti a tempo determinato, ma anche su procedure finalizzate all’immissione in ruolo.
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