Esami di idoneità nella scuola primaria. Una nota del MPI
Sugli anticipi degli anticipi nella scuola primaria il Ministero fa un passo indietro?
Con la nota prot. 6745 del 27 giugno a firma del Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici, il MPI ha fornito chiarimenti circa gli esami di idoneità nella scuola primaria.
La sua lettura fa vacillare la convinzione, basata sulle dichiarazioni e sulle note ministeriali della scorsa estate, che le “primine” siano un fenomeno ad esaurimento.
La nota del 27 giugno riguarda gli alunni che “saltano una classe”: sono stati istruiti in famiglia oppure (come capita nella maggior parte dei casi) hanno frequentato classi particolari presso una scuola privata (le primine, per l’appunto) e intendono proseguire gli studi in scuole statali iscrivendosi direttamente alla seconda o alle classi successive. Per questo devono superare un esame di idoneità; il requisito richiesto è connesso all’età anagrafica.
Relativamente all’anno scolastico 2007/2008, la nota precisa che sono ammessi a sostenere l’esame di idoneità gli alunni che compiono, entro il 31 dicembre 2008, il sesto anno di età se intendono iscriversi alla seconda classe, il settimo per la terza ecc….
Fin qui, nulla di nuovo. È noto che le primine non sono ammesse nelle scuole statali, né sono ammessi gli alunni come “uditori” nelle classi ordinarie. Esse hanno continuato a proliferare nelle scuole private, in particolare in alcune aree del Paese, anche dopo l’introduzione degli anticipi sanciti nella legge 53/03 che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto eliminare il fenomeno. Anzi, la situazione si era aggravata, dal momento che a frequentare le primine si sono ritrovatibambini di quattro anni e mezzo (e non più di cinque) e che a chiedere di passare alle classi seconde delle scuole statali sono bambini di cinque anni e mezzo (e non più di sei)!
Cambiato il governo e cambiato il ministro, con la nota del 31 agosto 2006 è cambiata anche l’interpretazione normativa che aveva consentito queste procedure, e una nota immediatamente successiva - quella del 12 settembre 2006 – ha previsto una fase transitoria, per riguardo alle famiglie che avevano maturato aspettative e alle scuole private che già avevano programmato le proprie attività. Secondo quanto detto da Fioroni e dal viceministro , in base a questi disposti l’anno scolastico 2007/2008 avrebbe dovuto essere l’ultimo che vedeva ammessi alla frequenza bambini così sfalsati per età rispetto a quelli iscritti regolarmente; dal 2008/2009, pur continuando la possibilità dell’istruzione parentale o privata, l’età richiesta per essere ammessi agli esami di idoneità doveva essere analoga a quella degli alunni ordinariamente frequentanti la scuola statale.
Ma di tutto questo la nota ministeriale del 27 giugno non fa cenno. Anzi, come riferimento normativo si cita l’OM 90 del 21 maggio 2001, emanata dall’allora ministro De Mauro e perciò precedente l’introduzione degli anticipi nella scuola primaria. Come a dire: l’interpretazione data dal ministero in epoca morattiana era perfettamente legittima e tale continuerà ad essere, almeno fino a che non intervengano nuove disposizioni.
Poiché non si ha contezza di nuove disposizioni in materia, né si è visto il cacciavite smontare questa distorsione, è legittimo chiedersi: rispetto a quanto scritto nelle note di agosto e settembre 2006, il ministro ha cambiato opinione?
Sarebbe un grave passo indietro.
E a farne le spese sarebbero ancora una volta i bambini, di cui si continuerebbe a misconoscere il diritto di avere una scuola a loro misura anziché a misura delle aspettative delle loro famiglie e dei concreti affari di qualche scuola (privata).
Roma, 2 luglio 2007
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