Carriera e valorizzazione dei docenti e DDL scuola: noi abbiamo un’idea diversa
Un approfondimento tematico sul disegno di legge del Governo di riforma della scuola: il nostro giudizio sulla proposta, le nostre osservazioni e le richieste di emendamenti avanzate al Parlamento.
Cosa prevede la proposta del Governo sulla carriera e sulla valorizzazione del merito dei docenti
Il riferimento è all’articolo 11 (Valorizzazione del merito del personale docente) del disegno di legge del Governo.
L’attuale carriera per gradoni (scatti di anzianità) viene mantenuta e viene previsto, dal 2016, uno stanziamento aggiuntivo di 200 milioni di euro da erogare alle scuole, da parte del Miur, in proporzione alla dotazione organica dei docenti per la valorizzazione. La competenza ad assegnare annualmente il beneficio è affidata al dirigente scolastico sulla base dei “risultati ottenuti in termini di qualità dell’insegnamento, del rendimento scolastico degli alunni e studenti, di progettualità nella metodologia didattica utilizzata, di innovatività e del contributo al miglioramento complessivo della scuola”, sentito il consiglio d’istituto.
Le nostre valutazioni
Quasi tutti gli aspetti positivi presenti nel DDL del Governo hanno una zona d’ombra. Su questo tema, bene il mantenimento degli scatti di anzianità e lo stanziamento di risorse aggiuntive per la valorizzazione del personale, perché è ciò che chiedevano tutti i sindacati. Si tratta di un indubbio risultato positivo delle nostre iniziative e delle lotte messe in campo nei mesi scorsi. Solo che l’utilizzo di queste risorse va liberato da una modalità di attribuzione tutta discrezionale. I 200 milioni così finalizzati e distribuiti non hanno alcuna attinenza con la necessità di valorizzare la professionalità dei docenti. Per la FLC CGIL tale modalità di utilizzo è da respingere:
- perché i soldi così erogati vengono distribuiti dal dirigente a sua discrezione, anzi a suo arbitrio (non basta che egli “senta” il Consiglio di istituto che diventerebbe, sia pur “consultivamente”, autorità salariale);
- perché sfuggono alla sfera contrattuale: l’unica abilitata a trattare di salario;
- perché introducono divisioni e frantumazione nella professione docente;
- perché diventerebbero premi individuali disconnessi da qualsiasi dimensione cooperativa e collegiale e forieri di competizione divisiva e, in quanto tale, disfunzionale per l’attività docente.
Certo, ben vengano risorse aggiuntive! Ma si tratta di ben poca cosa: 200 milioni, lordo Stato, non sono neanche un terzo delle risorse tagliate al MOF, copriranno di fatto solo le esigenze di carattere organizzativo ma, soprattutto, riguarderanno pochissimi docenti. Infatti, l’ammontare medio che arriverà alla singola scuola si aggirerà intorno ai 18.000 euro lordo dipendente l’anno. Dunque potrà riguardare un numero molto esiguo di docenti.
Si cominci con il restituire i fondi del MOF, come il Governo Letta e la stessa Giannini si erano impegnati a fare. E questa, come ogni altra erogazione salariale, vada in contrattazione.
Le nostre proposte di emendamento
Dopo l’audizione alle commissioni istruzione di Camera e Senato, la FLC CGIL, sulla carriera e valorizzazione dei docenti, ha presentato un emendamento all’articolato per rimettere nell’alveo contrattuale le decisioni in materia salariale. Ne’ il dirigente, né tantomeno il Consiglio di Istituto, possono diventare autorità salariali. Inoltre la modalità proposta nel DDL introdurrebbe dannose divisioni e frantumazioni nella professione docente. Così facendo i premi individuali risulterebbero disconnessi da qualsiasi dimensione cooperativa e collegiale e forieri di competizione divisiva tra i docenti. Per ridare senso all’autonomia scolastica è necessario, inoltre, ripristinare integralmente il fondo di istituto dimezzato negli ultimi due anni. A tale proposito abbiamo ricordato anche gli impegni assunti dalla Ministra Giannini al momento del suo insediamento.
Cosa puoi fare tu
È utile ricordare l’importante chiamata al voto di circa 1.000.000 tra docenti, Ata e dirigenti per il prossimo 28 aprile 2015 per eleggere il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. Grazie a una battaglia legale vinta dalla sola FLC CGIL, tutti i colleghi potranno eleggere il proprio organismo di rappresentanza istituzionale. Questo significa che il MIUR, i vari ministri e i governi non potranno più approvare provvedimenti senza ascoltare questo organismo che rappresenta i lavoratori della scuola e delle varie istituzioni della società. I nostri rappresentanti, eletti nelle liste “Cgil-Valore Scuola”, porteranno nel nuovo Consiglio le idee, l’impegno, la competenza, la passione professionale e civile di migliaia di colleghe e colleghi e vigileranno affinché i vari ministri agiscano nell’interesse comune, nell’armonia di tutte le componenti della scuola, compresi bambini e ragazzi. Tutto ciò è ancora più importante perché ci troviamo in un momento delicato, la scuola e la formazione non sembrano essere al primo posto nei pensieri dei nostri governanti. Partecipare al voto, sostenere le nostre liste significa aumentare l’atto di denuncia pubblica contro gli ingiusti provvedimenti che il Governo vuole promuovere con il DDL su “La Buona Scuola”.
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