Cgil porta nelle piazze venete il “camper dei diritti”: «Focus su istruzione e lotta alla precarietà» [VIDEO]
Ad animare ogni tappa ci saranno iniziative, flash mob e dibattiti pubblici in cui si affronteranno i temi del lavoro, del diritto allo studio, dell’istruzione e della ricerca pubblica
Il “camper dei diritti” della Flc Cgil è in Veneto nei primi giorni di gennaio. Giungerà a Venezia a marzo, per concludere poi il suo viaggio a Padova, prima di raggiungere la Lombardia. Ad animare ogni tappa ci saranno iniziative, flash mob e dibattiti pubblici in cui si affronteranno i temi del lavoro, del diritto allo studio, dell’istruzione e della ricerca pubblica. VIDEO.
MAPPA PERCORSO VENETO
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«È la nostra idea di ‘sindacato di strada’ – spiega Marta Viotto, segretaria generale di Flc Cgil Veneto –. Nel "camper dei diritti" incontreremo esponenti politici, rappresentanti delle istituzioni e intellettuali per confrontarci con loro sulle questioni economiche e sociali. Lo abbiamo chiamato così pensando innanzitutto al diritto all’istruzione, che non può dipendere dal luogo in cui si è nati: la conoscenza non si spezza, è un diritto di tutte e di tutti e, in quanto tale, deve accompagnare l’intero arco della vita di ciascuno».
Una particolare attenzione verrà rivolta al ridimensionamento della rete scolastica e al disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata: «Il Governo vuole procedere a un ulteriore taglio che, a livello nazionale, ridurrà di 800 unità gli istituti in essere – prosegue Viotto –. In Veneto ne saranno tagliati ben 40, mantenendo 1.400-1.500 alunni per ciascun istituto. Una situazione molto difficile da gestire per insegnanti, dirigenti, personale ATA. Noi invece riteniamo che il calo demografico, innegabile, debba essere l’occasione non per ridurre le risorse all’Istruzione pubblica, ma per migliorarla, con classi meno numerose, aumentando il tempo scuola e valorizzando il lavoro del personale in servizio».
«La strada da intraprendere non può essere quella dei tagli alla pubblica istruzione, né quella di anticipare a livello regionale una riforma nazionale che dovrebbe ridurre gli anni di istruzione attraverso la sperimentazione della “filiera tecnico-professionale” da cinque a quattro – aggiunge Giacomo Vendrame, segretario della Cgil Veneto –. Non possiamo pensare che la soluzione sia quella di anticipare l’ingresso di studentesse e studenti nel mondo del lavoro a 17/-18 anni proprio in un paese come il nostro che è tra i fanalini di coda in Europa per quanto riguarda il numero di laureati. La sfida è, al contrario, quella di investire nella scuola pubblica, formazione qualificata e nella trasformazione digitale per non lasciare nessuno indietro e di non confondere l’istruzione con l’addestramento professionale legato ai bisogni delle imprese”.
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