Sul rinnovo dei contratti pubblici CGIL, CISL, UIL chiedono al Governo di chiarire le proprie contraddizioni
Dalla conferenza stampa di oggi dei segretari generali confederali ultimatum al Governo: o si torna all’accordo del 6 aprile o si va allo sciopero in tutto il Pubblico Impiego
Affollatissima la conferenza stampa di stamattina indetta dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL e dai segretari generali delle categorie pubbliche, per rendere esplicite le intenzioni del Sindacato dopo la Direttiva generale sul rinnovo dei contratti pubblici presentata dal Governo, in forte contrasto con quanto sottoscritto nell’accordo del 6 aprile scorso.
Bonanni, segretario generale della CISL, ha iniziato il suo intervento rivendicando il diritto a pretendere il rinnovo del contratto scaduto da 16 mesi. L’accordo del 6 aprile sembrava avesse messo fine alle rivendicazioni e alle legittime attese dei lavoratori. Un accordo, peraltro, legato anche a quanto previsto nel Memorandum – per la cui definizione il sindacato ha molto contribuito – a sostegno del necessario confronto per una riforma più generale della Pubblica Amministrazione. Lo sciopero è stato solo sospeso in attesa di avere, in tempi rapidi, un chiarimento con il Presidente del Consiglio Prodi.
Bonanni ha voluto poi sottolineare come la campagna contro i dipendenti pubblici, definiti fannulloni da vari “opinionisti”, è una campagna diffamatoria pensata ad arte, vista l’insistenza, con lo scopo di non discutere altro.
Ha preso poi la parola Pirani, in rappresentanza di Angeletti, segretario generale della UIL impegnato all’estero, che ha denunciato come la direttiva del Governo ripropone un modello salariale tutto centralizzato, dove non trova più posto il secondo livello di contrattazione che è l’unico possibile per affrontare questioni come la produttività, la meritocrazia, la formazione la mobilità… cioè quel cambiamento nel lavoro pubblico ipotizzato con il Memorandum.
E’ Epifani, segretario generale della CGIL a chiudere gli interventi mettendo in evidenza le contraddizioni del Governo che dovrebbe avere chiaro come la chiusura dei rinnovi dei contratti è indispensabile, oltre che per rispettare i diritti dei lavoratori, anche per affrontare subito dopo i contenuti del Memorandum sulla riforma della Pubblica amministrazione. Le due cose sono strettamente legate.
L’ulteriore ritardo nella definizione del rinnovo dei contratti pubblici, infatti, porterà inevitabilmente al ritardo su qualunque altro passo successivo in direzione delle riforme, perché nessuno può pensare di fare riforme senza accordi sindacali, tanto meno se si pensa di svuotare la contrattazione integrativa di secondo livello, che è l’istituto con il quale nei luoghi di lavoro si definisce la concreta politica dell’efficienza. Non va mai dimenticato, ha aggiunto Epifani, che si sta parlando di un contratto scaduto da così tanto tempo che siamo arrivati alla fine del biennio economico di riferimento, con tutto il disagio che un simile ritardo comporta nella vita di milioni di lavoratori sia in termini di qualità della vita sia in termini di maggiori certezze per il proprio futuro. Tornando sulla necessità della riforma della Pubblica Amministrazione, è stato ribadito come da tempo il sindacato abbia richiesto di avviare una seria riflessione per trovare le giuste soluzioni a quelli che ritiene essere i tre punti cardine della riforma stessa: la qualità e l’ efficienza dei servizi pubblici e lo sviluppo del Paese in tutti i campi. Epifani ha quindi ricordato come il Governo sia in ritardo anche sull’impegno preso per la convocazione del tavolo sul Memorandum relativo a scuola, accademie, conservatori, ricerca, università, così come convenuto - e sottoscritto - nella nota aggiuntiva all’accordo più generale del 6 aprile, ed accolta con favore dai Ministri Fioroni e Mussi. Un apposito tavolo richiesto dalle OO.SS. confederali di categoria per ricordare al Governo i suoi intenti programmatici preelettorali ed aprire un confronto specifico al fine di definire obiettivi condivisi, priorità, strumenti e risorse per i comparti della conoscenza .
Il sindacato chiede con forza al Governo di decidere e superare le sue contraddizioni interne. La richiesta di incontro con Prodi deve quindi avvenire in tempi rapidissimi per capire cosa non ha funzionato nel Governo dopo la sottoscrizione dell’accordo del 6 aprile scorso e cosa si intende fare, subito, per andare avanti. Sarà con questo incontro che si misurerà se definire la data dello sciopero di maggio per rivendicare quanto stabilito con l’accordo di pochi giorni fa, o risolvere le attuali difficoltà e andare davvero avanti con un serio confronto.
Roma, 16 aprile 2007
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