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Contratti a termine nelle PP.AA.: le OO.SS. chiedono al ministro Nicolais un incontro urgente

CGIL, CISL e UIL, pur apprezzandone il significato e la portata, ritengono che le linee guida, emanate, con circolare n. 3 del 19 marzo 2008, dal Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione rischiano di favorire il ricorso al lavoro somministrato.

02/04/2008
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Mentre la FLC Cgil e la UIL PA-UR sono in questi giorni impegnati in un presidio permanente per chiedere un intervento chiarificatore da parte dell’Ufficio UPPA rispetto alle recenti posizioni assunte in materia di stabilizzazione e continuità dei contratti di collaborazione, le OO.SS. confederali di CGIL, CISL e UIL chiedono un incontro al Ministro Nicolais su un aspetto specifico della circolare n. 3/2008 del 19 marzo u.s. emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica..

Per le OO.SS. la circolare, che definisce le “ linee di indirizzo in merito alla stipula di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni in attuazione delle modifiche apportate all’art. 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 dall’art. 3, comma 79, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008)” , rischia di produrre un massiccio ricorso al lavoro somministrato da parte delle Amministrazione Pubbliche. Infatti, queste ultime qualora dovessero ricorrere a rapporti di lavoro a tempo determinato forme di lavoro oltre il periodo dei 3 mesi, non potrebbero che fare ricorso al lavoro somministrato, peraltro oggetto di una circolare del Dipartimento Funzione Pubblica (n. 9/2007) che ne mette in risalto i limiti nell’utilizzo anche alla luce dei relativi costi di attivazione.

Proprio per tali considerazioni è necessario attivare relazioni e momenti di confronto, peraltro presenti nei CCNL, per evitare che si attivi un massiccio ricorso all’utilizzo del lavoro somministrato con evidenti ricadute sul piano della qualità, dei diritti del lavoro e del servizio pubblico.

Se la normativa ha il senso di superare l’utilizzo del lavoro precario stabilizzando progressivamente lavoratori con contratti a termine e collaboratori coordinati e continuativi, sarebbe inconcepibile che l’applicazione di fatto si riducesse ad uno spostamento dei lavoratori da una condizione di precarietà ad un’altra.

La norma, peraltro inderogabile dai contratti collettivi, che limita fortemente la possibilità di attivazione dei contratti a tempo determinato è stata fortemente criticata nella sua concreta strumentazione dalla CGIL e dalle altre OO.SS. confederali.

Le soluzioni individuate dalla circolare in questione sugli altri problemi aperti trovano un giudizio positivo da parte della CGIL..

Roma, 2 aprile 2008