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Cgil scuola e FFR sul protocollo Formigoni-Moratti

Pubblichiamo il comunicato stampa congiunto della Cgil scuola e della Federazione Formazione-Ricerca CGIL a proposito del protocollo sottoscritto dalla Regione Lombardia e Ministero dell’Istruzione

13/06/2002
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Pubblichiamo il comunicato stampa congiunto della Cgil scuola e della Federazione Formazione-Ricerca CGIL a proposito del protocollo sottoscritto dalla Regione Lombardia e Ministero dell’Istruzione

Comunicato

E’ socialmente inaccettabile e con evidenti limiti di legittimità, il protocollo sottoscritto dalla regione Lombardia, MIUR e Ministero del Lavoro in data 3 giugno 2002.

Ci sono evidenti ragioni politiche per questo atto. Il Ministro Moratti,infatti, sa che il calendario parlamentare che attende la sua delega è assai meno certo e stringente di quanto si affanni a proclamare. Per questo, attraverso operazioni di "anticipo" a livello regionale, tende a esercitare una pressione indiretta su Governo e Parlamento, rispetto a tempi più stringenti ma anche a contenuti non del tutto condivisi nella stessa maggioranza.

Nel protocollo, in cui si prendono a riferimento leggi in vigore e, fatto senza precedenti, disegni di legge che il Parlamento deve ancora discutere e varare, Regione Lombardia, MIUR e Ministero del Lavoro decidono che:

1) a partire dal prossimo anno scolastico si avvierà in Lombardia la sperimentazione dell’assolvimento dell’obbligo scolastico in nuovi percorsi di formazione professionale

2) le qualifiche triennali di formazione professionale, funzionali a tale sperimentazione, saranno definite da un Comitato paritetico composto dai rappresentanti dei tre soggetti titolari dell’iniziativa e consentiranno l’acquisizione di crediti corrispondenti a quelli previsti per l’assolvimento dell’obbligo scolastico

3) alle riunioni del Comitato sono invitati " di volta in volta, e a seconda delle necessità, …senza diritto di voto ed alcun onere a carico delle amministrazioni", le forze sociali, le imprese, le autonomie locali. Una versione molto illuminante del neo "dialogo sociale".

Il progetto formativo di riferimento è costituito da quello elaborato da "Forma" (associazione privata degli Enti gestori di Formaz. Prof sul sistema di istruzione e di formazione), con uno sforzo legittimo ma dai contenuti pedagogici discutibili.

Spetterebbe in realtà allo Stato, attraverso le opportune forme di concertazione con i diversi soggetti, il compito di definire i livelli essenziali delle prestazioni che attengono alla sfera dei diritti delle persone, secondo il nuovo testo del titolo V della Costituzione.

La gravità di queste scelte è palese e i profili di illegittimità così rilevanti che la CGIL attiverà nelle sedi utili ogni forma di contrasto e contestazione degli eventuali provvedimenti attuativi.

Infatti, l’abbassamento a 14 anni dell’obbligo scolastico non è solo politicamente in contrasto con l’orientamento europeo che questo Governo afferma di voler mutuare. E’ in primo luogo una violazione inaccettabile della legge 9/99 , tuttora vigente.

Per la Cgil scuola e la Federazione è necessario, al contrario, elevare la formazione culturale di base dei giovani, per consentire l’esercizio di una cittadinanza piena in una società sempre più complessa, e il rientro in formazione da adulti, all’interno di un sistema di educazione permanente e continua.

Va inoltre costruito un autorevole,forte e consistente comparto formativo di istruzione tecnico – professionale che, superando l’anacronistica distinzione gerarchica tra sapere umanistico e sapere scientifico – tecnologico, consenta una piena e completa formazione delle giovani generazioni, per far fronte alle sfide culturali, sociali e professionali della nostra società.

D’altro canto va pienamente riconosciuto e valorizzato nella sua specificità il ruolo dellaUna formazione professionale di qualità, per giovani e adulti, nella formazione al lavoro, sul lavoro e nelle fasi di transizione tra studio e lavoro, e tra lavoro e lavoro.

Occorrono regole comuni, tra i sistemi regionali, per gli standard minimi e per il riconoscimento dei titoli rilasciati, a livello nazionale ed europeo, su cui si è gia avviato un percorso, ancorchè da completare. pienamente riconosciuta e valorizzata nella sua specificità Una formazione professionale di qualità rappresenta una risorsa importante anche per l'integrazione con l'istruzione, al fine di contrastare ogni fenomeno di dispersione e selezione sociale e consentire in tal modo la piena realizzazione dell'obbligo formativo a 18 anni.Occorrono infine regole comuni per gli standard minimi e per il riconoscimento dei titoli rilasciati a livello nazionale ed europeo, su cui si è avviato un percorso, ancorchè da completare.

Non è certo questa, invece, la valutazione espressa dal protocollo lombardo sul ruolo dei sistemi di formazione professionale: la riduzione dell'obbligo scolastico e la previsione di un percorso "separato" di formazione professionale che inizia a 14 anni, riservato ai soli ragazzi in difficoltà, delineano una canalizzazione precoce, e socialmente discriminante, che la Cgil Scuola e la Federazione non possono in alcun modo accettare ed un ruolo residuale e marginale della stessa formazione professionale .

Roma, 13 giugno 2002