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Accordo separato sul Pubblico Impiego: solo uno scambio politico per sostenere un governo in difficoltà

Rimangono tutte le emergenze nel pubblico impiego: precariato, blocco dei contratti, incertezza sulle risorse per i futuri scatti di anzianità, rinnovo RSU.

04/02/2011
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Da www.cgil.it

"Solo uno scambio politico per sostenere un governo in difficoltà mentre rimangono le emergenze nel pubblico impiego". Così la CGIL in una nota denuncia i motivi alla base del suo no all'intesa separata registrata oggi sui premi di produttività nel pubblico impiego. Secondo la confederazione di Corso d'Italia infatti "l'accordo separato di oggi si muove, con tutta evidenza perseguita, solo in un ambito di scambio politico tra Governo e sindacati firmatari che decidono così di sostenerne l'opera, soprattutto in un momento di difficoltà politica".

Ma per il sindacato gli "effetti negativi" prodotti dalla legge Brunetta e dalla manovra economica rimangono inalterati: "I precari - si legge nella nota - verranno falcidiati per effetto della legge 122; non si procede alle elezioni delle Rsu, che rappresentano una ferita per il tessuto democratico nella P.A.; rimane il blocco della contrattazione nazionale e decentrata, che contrasta palesemente con l'obiettivo di maggiore efficienza, e la correlata totale assenza di risorse; non si risolve il destino degli scatti di anzianità futuri della Scuola a partire dal 2011, per i quali mancano risorse che non siano quelle derivanti dai tagli al sistema di istruzione; la necessità di ricomporre un quadro equilibrato nel rapporto con le Regioni e le Autonomie Locali (che non hanno aderito all'accordo separato sul modello contrattuale, e che oggi non sono state neppure invitate)".

Il testo, quindi, "che, come è risultato palese, era noto e condiviso da alcune organizzazioni sindacali", ha per la CGIL "come unico obiettivo quello di avallare il modello normativo e contrattuale esistente: tale ipotesi non è né utile per risolvere i problemi del lavoro pubblico né per restituire efficienza alle Amministrazioni Pubbliche". Per quanto riguarda lo "scambio politico" la CGIL spiega: "il Governo tenta di dimostrare una capacità di soluzione dei problemi fondata sul nulla e tenta di allentare la tensione del confronto parlamentare sul decreto ‘milleproroghe', con ciò, di fatto, depotenziando il ruolo del Parlamento".

Per quanto riguarda i sindacati firmatari, aggiunge la nota, "che sono stati muti testimoni di fronte alla manovra finanziaria dell'estate e alla legge Brunetta, provano a vendere questo accordo come risolutivo degli effetti negativi sui pubblici dipendenti, e spingono ulteriormente sulla strada del modello contrattuale separato". Ma a parere dalla CGIL "così non è perché rimane il blocco dei contratti, il taglio dei precari e il blocco dell'elezione delle RSU. L'indecorosa sceneggiata svoltasi a Palazzo Chigi non servirà a salvare la faccia dei protagonisti.

Nei prossimi giorni - conclude la nota - verranno rese note le iniziative di mobilitazione della CGIL".