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Pubblico impiego: completata la riscrittura del testo unico. Ora rinnovare i contratti e finanziare la stabilizzazione dei precari

Questo è solo un primo passo. La strada per riconquistare i diritti scippati in questi anni è ancora lunga.

24/05/2017
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La riscrittura del testo unico del pubblico impiego (d.lgs 165/01) e della c.d. legge “Brunetta” (d.lgs 150/09), contenuta nei decreti delegati licenziati in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 18 maggio 2017, crea le condizioni perché dopo otto anni i settori dell’Istruzione e della Ricerca, al pari di tutto il Pubblico Impiego, possano avviare la trattativa per il rinnovo del contratto.

Infatti, ad una prima lettura dei testi in nostro possesso, in diverse materie sono stati eliminati i riferimenti “agli esclusivi” limiti di legge restituendo al contratto collettivo nazionale di lavoro parte del ruolo che gli era stato tolto. Anche la contrattazione integrativa potrà giovarsi del superamento di alcuni vincoli previsti dal d.lgs 150 che sarebbero entrati in vigore al  rinnovo dei CCNL, in particolare quello della istituzione delle tre fasce di premialità e quello dell’obbligo di destinare la parte prevalente del fondo del salario accessorio alla performance individuale.

Tuttavia sul comparto “Istruzione e Ricerca” si doveva e si poteva fare di più, proprio nell’ottica di una piena valorizzazione dell’autonomia di cui godono le istituzioni pubbliche della conoscenza.

Il contrasto tra la disciplina del d.lgs 150/09 e, appunto, lo statuto di speciale autonomia spettante ai settori della conoscenza derivante dalla tutela costituzionale della libertà di insegnamento e di ricerca, non affrontato dalle modifiche di legge, dovrà essere risolto a partire dalla emanazione dell’atto di indirizzo del Governo per l’avvio del negoziato sul rinnovo dei contratti nazionali, lavorando nell’ottica di una piena valorizzazione delle specificità di cui godono le istituzioni pubbliche della conoscenza.

In questo quadro confermiamo il nostro giudizio negativo sulla normativa delle sanzioni disciplinari e sul permanere dell’ideologia che ispirava la legge Brunetta. L’attuale impianto normativo si conferma, quindi, inaccettabile. Rispetto alla scuola, in particolare, le sanzioni disciplinari devono essere regolate nel rispetto dell’autonomia professionale e della piena tutela della libertà di insegnamento, escludendo un'accentuazione delle prerogative della dirigenza scolastica.

La stabilizzazione dei precari dovrà essere accompagnata nella prossima legge di stabilità dal finanziamento di un piano straordinario che sia rivolto anche ad assegnisti di ricerca e collaboratori, altrimenti le aperture, pure previste nel nuovo Testo Unico, rischierebbero di rimanere mere enunciazioni di principio. Sarà quindi importante incalzare con la nostra iniziativa il Governo affinché mantenga gli impegni e presti attenzione alla particolarità dei settori della conoscenza: tutti i precari devono essere stabilizzati a prescindere dalle tipologie contrattuali.

Naturalmente è responsabilità del governo garantire le risorse necessarie al rinnovo del contratto, così come previsto dall’accordo del 30 Novembre 2016.

Per un rapido e proficuo confronto negoziale sono quindi indispensabili parole chiare nella costruzione degli atti di indirizzo, rispetto ai quali abbiamo già chiesto a tutte le nostre controparti istituzionali interessate un confronto preventivo.

Il nostro obiettivo è quello di agire pienamente lo strumento contrattuale su tutte le materie pertinenti il rapporto di lavoro: organizzazione del lavoro, salario accessorio, sviluppo professionale, formazione, valutazione, mobilità e sanzioni disciplinari.

Riteniamo fondamentale garantire uno spazio forte anche alla contrattazione nei luoghi di lavoro che si è rivelata, attraverso la partecipazione dei lavoratori alle scelte che ogni giorno si compiono in scuole, università, ricerca e Istituti di Alta formazione, uno dei pochi strumenti in grado di promuovere innovazione, qualità del lavoro e dell’offerta formativa.

Rispetto alla necessità di riconoscere la specificità dei nostri settori in virtù delle caratteristiche di autogoverno e di autonomia previste dalla Costituzione rilanceremo la nostra iniziativa che non può fermarsi alle attuali modifiche apportate ai decreti legislativi 165/01 e 150/09.

Nei prossimi giorni, appena sarà a disposizione la versione definitiva dei provvedimenti, produrremo un commento analitico.