Rinnovo contratti pubblici: deludente l'incontro Governo-Sindacati
Ieri, 29 luglio, si è svolto un incontro tratutte le Organizzazioni Sindacali del Pubblico Impiego e il Dipartimento della Funzione Pubblica
Ieri, 29 luglio, si è svolto un incontro tratutte le Organizzazioni Sindacali del Pubblico Impiego e il Dipartimento della Funzione Pubblica. Nell’introdurre la riunione il Capo di Gabinetto, a nome del Ministro, ha dichiarato che l’incontro era propedeutico all’avvio dei tavoli tecnici proposti nell’incontro precedente, dedicati, rispettivamente, alla contrattazione collettiva e alla previdenza complementare.
Il tavolo sulla contrattazione ha come obiettivo la ricognizione dei problemi e delle risorse disponibili per i contratti da concludere; la situazione attuale vede ancora aperti alcuni contratti del primo biennio, che coinvolgono la FLC (Ricerca e Dirigenza scolastica).
Sulla Ricerca l’atto di indirizzo del contratto, dopo avere ricevuto osservazioni e richieste di modifica da parte dei Ministeri vigilanti, è ancora presso il Comitato di settore in fase di correzione, e la Funzione Pubblica prevede di riceverlo emendato nelle prossime settimane. E’ impegno del Ministero validarlo, appena ricevuto, alla prima riunione utile del Consiglio dei Ministri, prevedibilmente ai primi di settembre.
Per le aree della dirigenza la situazione è variegata; la dirigenza sanitaria ha già incominciato le trattative all’Aran, per Regioni ed Enti Locali il tavolo è pronto a partire; per le altre aree si attende la certificazione da parte della Corte dei Conti sull’accordo stipulato all’Aran a giugno sulle aree della dirigenza.
E’ intenzione dichiarata del Ministero aprire tutti i tavoli, compreso quello della dirigenza scolastica,entro settembre. Il tavolo sulla contrattazione dovrà altresì occuparsi del rinnovo del secondo biennio economico, che riguarda tutto il Pubblico Impiego, disponendo, a settembre, dei necessari elementi di certezza in ordine alle risorse messe a disposizione dal DPEF e dalla legge Finanziaria.
Il tavolo sulla previdenza complementare deve consentire di avviare i fondi in tutti i comparti, sulla traccia di quanto realizzato con il fondo della Scuola, l’unico operativo del P. I., tenendo conto delle novità legislative introdotte dalla delega sulle pensioni approvata nei giorni scorsi dal Parlamento.
L’introduzione del Capo di Gabinetto non ha fornito alcun elemento di chiarimento sul nodo cruciale per lo sblocco dei contratti, quello delle risorse, rimandando alle linee che il Governo sta mettendo a punto sulla manovra finanziaria.
La replica, in totale sintonia, dei Sindacati confederali ha messo in evidenza, a fronte della completa assenza di impegni sulle risorse, la necessità imprescindibile di avere certezze e garanzie sulle intenzioni del Governo: da una parte infatti si annuncia la volontà di definire un’inflazione programmata pariall’1,6%, a fronte del 2,3% reale già stimato, dall’altra si nega per il biennio 2004-2005 il recupero dello scostamento già realizzatosi.
La distanza tra le richieste sindacali, quantificate nell’aumento dell’8%, e la disponibilità del 3,6% offerto da Governo è abissale.
Questo approccio, oltre che rendere impraticabile il rinnovo contrattuale, nega unilateralmente la stessa applicazione del 23 luglio e annulla le regole contrattuali. Inoltre, pur senza avere ancora certezze definite, lo scenario che si delinea è denso di minacce: è più che probabile che la Finanziaria non preveda risorse sufficienti per replicare un accordo generale sui rinnovi contrattuali come quello del febbraio 2002; al tempo stesso è certo che la manovra da 24 mld. di euro avrà pesanti ripercussioni in termini di tagli sulla P.A..
Quanto alla previdenza complementare la delega previdenziale, da noi respinta, contiene minacce per il P.I., come, ad esempio, la possibilità ventilata di nuove e peggiorative modalità per il calcolo della quota A delle retribuzioni.
Le Confederazioni si sono dichiarate allibite per il progetto di cambio delle modalità di accesso degli insegnanti, con la previsione di chiamata da parte delle scuole;un’innovazione normativa che
scardinerebbe uno dei pilastri portanti di tutta la legislazione pubblica, che viene resa nota al di fuori di qualsiasi confronto, che prefigura profili di incostituzionalità, che introduce il precariato permanente come strumento ordinario e addirittura programmatico.
La totale assenza, non solo di concertazione, ma di dialogo e di confronto porta direttamente ed inevitabilmente ad un autunno di conflitto che si preannuncia aspro e generalizzato.
In questo quadro, i tavoli proposti hanno senso e funzione solo se in grado di essere conclusivi e di individuare soluzioni idonee ai problemi posti.
Più o meno tutte le organizzazionipresenti, anche autonome, con toni diversi hanno proposto gli stessi temi.Il Capo di Gabinetto non ha potuto che prendere atto, e proporre di convocare i tavoli per il 7/8 settembre.
E’ evidente che il quadro che si va delineando in queste ore conferma le previsioni negative adombrate nel corso della riunione; nei prossimi giorni avremo maggiori elementi di conoscenza e giudizio, ma è bene prepararsi, fin da ora, ad una ripresa dell’attività a settembre che deve vedere la FLC pronta, sia sul fronte contrattuale sia su quello politico-legislativo, ad una stagione di forte impegno e di contrasto alle misure del Governo.
Roma, 30 luglio 2004