Decreto Dignità: tanto fumo e poco arrosto!
Per la CGIL il decreto del governo “va nella direzione giusta, ma non è un intervento organico”. Ci vuole ben altro per porre la parola fine al Jobs Act e rilanciare buona occupazione.
Il decreto legge approvato il 2 luglio 2018 dal Consiglio dei ministri col nome di "Decreto Dignità" introduce alcune misure correttive in materia di mercato del lavoro che correggono l’attuale disciplina ma che però non incidono radicalmente sull’attuale sistema impiantato sul Jobs Act. Viene prevista una stretta sui contratti a termine e sui licenziamenti illegittimi ci si limita ad una estensione della maxi-indennità portata a 36 mesi senza però intervenire sulla reintegra. Gli stessi provvedimenti sulle delocalizzazioni hanno il limite di non essere una risposta compiuta e forte tale da rendere esigibile l’insieme delle norme previste e che, nel contempo, affrontino anche dal punto di vista sociale, attraverso il ridisegno degli ammortizzatori, le ricadute che tali comportamenti di impresa determinano negativamente sui lavoratori e sulla occupazione. La cosa più preoccupante è il ritorno secco ai voucher "vecchia maniera", a partire dal lavoro agricolo: "strumento che muove in direzione contraria all'annunciata difesa della dignità del lavoro". Infine il pacchetto fiscale va nel segno opposto rispetto a una politica che deve fare della lotta all’evasione e all’elusione uno dei principali filoni di intervento. Per la CGIL se il nuovo governo, vuole veramente rimettere al centro il lavoro e la sua dignità, "deve ambire ad una proposta più forte che parta dagli investimenti volti a creare occupazione, dal sostegno agli ammortizzatori sociali per affrontare l’enorme problema sociale determinato dalla crisi, dal rilancio e dagli investimenti sulle politiche attive del lavoro". Se non sostenute da un organico disegno di contrasto alla precarietà, infatti, le positive misure sul tempo determinato "rischiano di spostare il peso della precarietà su forme ancora meno tutelate ed ampiamente abusate, quali i tirocini, le false partite Iva se non di incrementare il ricorso al lavoro intermittente o al lavoro autonomo tout court" commenta la CGIL. Per una lettura migliore dei provvedimenti relativi al tempo determinato e alla somministrazione pubblichiamo il futuro Capo III e IV del Decreto Legislativo 81/2015 con le modifiche apportate dal c.d. Decreto Dignità. In particolare, le modifiche hanno riguardato gli articoli 19, 21 e 28 sul contratto a Tempo Determinato e l’articolo 34 sulla Somministrazione a tempo determinato. Ora il decreto dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla sua emanazione pena la sua decadenza.
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