Il lavoro sconfiggerà il virus. Ripensiamo il nostro modello di sviluppo mettendo al centro la conoscenza
Gli auguri di buon Primo maggio nella lettera di Francesco Sinopoli, Segretario generale della FLC CGIL.
Celebriamo questo primo maggio con tono mesto e senza manifestazioni e bandiere. Avremmo dovuto essere a Portella della Ginestra, simbolo mai sconfitto della lotta del nostro sindacato e del mondo del lavoro contro ogni mafia e contro ogni aggressione mafiosa alla libertà alla democrazia, ai diritti. In quel Primo maggio del 1947 una folla di lavoratrici, lavoratori, uomini, donne e bambini fu colpita dalle raffiche di mitra della banda di Salvatore Giuliano. In tanti si erano ritrovati per festeggiare la vittoria elettorale del Blocco del Popolo (l’alleanza tra socialisti e comunisti) alle elezioni regionali del 20 aprile e per ascoltare il discorso dei dirigenti della CGIL in occasione della Festa dei lavoratori. Furono undici le persone uccise sul colpo, più di sessanta i feriti. Ad appoggiare Giuliano erano poteri mafiosi, frange dell’autonomismo siciliano e forze che intendevano garantire il perpetuarsi degli equilibri di potere anche nel nuovo quadro istituzionale e politico del Dopoguerra, e intimidire le masse contadine che reclamavano la terra. Ricordare la strage di Portella non è banale, né rituale. Perché la memoria non può essere banale, né rituale, soprattutto quando i testimoni diretti non ci sono più e nuove generazioni si sono affacciate alla vita. La memoria e la Storia sono un ingrediente fondamentale per rendere viva la conoscenza e il sapere e viceversa, perché da quella vicenda si possa trarre una lezione sempre attuale di antifascismo, di lotta per la libertà e la democrazia, di lotta contro la mafia. Da Portella lanciamo, qui ed ora, come CGIL e come FLC, un forte messaggio di speranza e di futuro alla nazione, perché tanti sono coloro che vivono condizioni di angoscia e di ansia per un’altra forma di tragedia che si consuma a causa della pandemia. Lasciatemi inviare a tutte le vittime un abbraccio affettuoso a nome di tutta la FLC CGIL.
La crisi economica sta falcidiando l’occupazione ovunque, e crea milioni di disoccupati e di nuovi poveri. Con l’appendice delle infiltrazioni mafiose nei capitali delle aziende in crisi. Il rischio concreto è quello di uscire da questa situazione più poveri, più diseguali e meno liberi. E tuttavia, ha ragione Maurizio Landini: è il lavoro che sconfiggerà il virus, il mondo del lavoro sta dimostrando una forza ed un senso di responsabilità che commuove e inorgoglisce. Ecco perché è necessario pensare ad un nuovo Statuto dei diritti ed elaborarlo in funzione della creazione di un nuovo modello di sviluppo, fondato sul rispetto dell’ambiente, dell’ecosistema, sulle necessità e sui bisogni delle persone piuttosto che sul profitto. A partire da lavoratrici e lavoratori dei settori della conoscenza.
È opportuno, questo primo maggio più che mai, inviare un ringraziamento verso lavoratrici e lavoratori della sanità, dell’istruzione, della ricerca e della cultura, nel pubblico come nel privato, che hanno retto in modo straordinario ed efficace l’impatto devastante del virus sulla popolazione. In particolare, nonostante le mille difficoltà, il mondo dell’istruzione e della ricerca con tutte le professionalità che lo compongono ha dato prova di enorme responsabilità e impegno, evitando di lasciare sole intere generazioni e sostenendo, comunque, le ragioni del sapere, della conoscenza e della ricerca contro le ansie e le paure aggravate dall’isolamento. Tuttavia, nel tempo della pandemia, le già forti disuguaglianze presenti tra territori e nei territori, tra ricchi e poveri, tra chi ha possibilità nella famiglia di origine e chi nemmeno se le sogna, si sono ancora di più approfondite. È emersa la necessità di rilanciare e di battersi, in modo incisivo e determinato, per la scuola della Costituzione.
Dobbiamo dirlo con molta forza proprio in questo complicato primo maggio del 2020: i sindacati sono un baluardo della Costituzione e della democrazia, rappresentano valori e bisogni di milioni di lavoratrici e lavoratori. Nei prossimi giorni sarà necessario un impegno straordinario per far ripartire il nostro Paese innanzitutto mettendo al centro la salute e la sicurezza. Avremo bisogno di soluzioni efficaci per tutti i problemi che si presenteranno a partire dalla necessaria tutela dell’occupazione nei settori che già oggi vivono una crisi profonda. Avremo bisogno di correggere la rotta degli ultimi anni in cui l’interesse pubblico è spesso stato sacrificato sull’altare di profitti facili. Per affrontare questa crisi serve necessariamente uno Stato protagonista dell’economia ma con un cervello strategico che metta insieme programmazione economica e nuovo sviluppo fondandolo su scienza e tecnologia nell’unica direzione possibile: quella della sostenibilità ambientale e sociale.
Uno Stato che sia capace di garantire per prima cosa i diritti costituzionali fondamentali a tutti indipendentemente dal luogo in cui vivono.
Uno Stato più forte nelle sue infrastrutture fondamentali, quelle che devono presidiare i diritti costituzionali, è evidentemente il contrario delle soluzioni autonomistiche lanciate prima che il virus mettesse a nudo i disastri di certe derive. Quel che abbiamo compreso dalla lezione di questi mesi è che il servizio sanitario, come quello dell’istruzione, dev’essere universale e pubblico, senza se, senza ma, e senza deroghe. Basta con la logica del profitto sulla pelle delle persone. Ecco perché da questo presente deve nascere un futuro diverso, più giusto, più uguale, meno discriminatorio e più inclusivo, e noi ci batteremo per realizzarlo.
L’istruzione e la scienza sono insieme alla sanità le principali articolazioni dello Stato quelle da cui si dovrebbe ripartire se davvero vogliamo noi determinare un salto di paradigma che attualmente non è affatto dato e non si realizzerà senza il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori.
Un virus letale ha messo a nudo debolezze e fragilità del nostro modo di vivere Ora, abbiamo l’opportunità di correggere il sistema. Vogliamo un Paese che sappia ridisegnare l’economia basandosi sulla sostenibilità ambientale, sulle produzioni eco-compatibili, sul riassetto del territorio, sull’innovazione, la scuola, la formazione, la ricerca e la conoscenza. Vogliamo un Paese che investa nel Mezzogiorno e in altre aree depresse, soprattutto dell’interno. Vogliamo un Paese che ponga a fondamenta della sua azione la coesione sociale a partire dalla riaffermazione costituzionale della centralità del lavoro, della partecipazione, dell’universalità del sistema sanitario pubblico, della qualità dei servizi sociali per gli anziani, per le famiglie, per le donne, per i giovani. Vogliamo e ci batteremo per un’Europa nuova, solidale, orgogliosa della sua dimensione sociale, capace, con i suoi valori di libertà, accoglienza e democrazia, di competere ed essere punto di riferimento nel mondo.
Anche nella pandemia, la CGIL è stata nel Paese e con il Paese, sostenendo le persone, le famiglie, lavoratrici e lavoratori. Così abbiamo fatto noi della FLC, a sostegno di bisogni e necessità di chi lavora e vive nelle scuole, nelle università, nei centri di ricerca, nelle istituzioni dell’Afam, nella formazione professionale. E così continueremo a fare, per i diritti e la libertà, di tutti.
Buon primo maggio.
Francesco Sinopoli, Segretario generale FLC CGIL
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