FLC CGIL
Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

https://www.flcgil.it/@3923931
Home » Attualità » Formazione lavoro » IFTS ITS PON » Istituti Tecnici Superiori: la graduatoria è servita…

Istituti Tecnici Superiori: la graduatoria è servita…

Sarà utilizzata per distribuire il 10% delle risorse statali disponibili

08/06/2015
Decrease text size Increase  text size
Vai agli allegati

L’Indire ha reso noto la graduatoria degli istituti tecnici superiori (ITS) che sarà utilizzata per distribuire su base premiale il 10% delle risorse statali disponibili nel 2015. Infatti in base all’accordo in Conferenza Stato Regioni del 5 agosto 2014 sul sistema  di monitoraggio e di valutazione, a partire dal 2015 la ripartizione delle risorse dedicate al Fondo Nazionale per l’Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore, si baserà sui seguenti parametri

  • Il 20% in relazione alla popolazione residente nella Regione di età compresa tra i 20 e i 34 anni;
  • Il 70% sulla base:
    • del numero dei soggetti ammessi al secondo anno e del numero dei soggetti ammessi all’esame, riferiti all’anno precedente a quello di assegnazione delle risorse,
    • della quota per allievo (6/8 euro ora/allievo) al netto del cofinanziamento regionale
  • Il 10%, a titolo di premialità, ai corsi conclusi nell’anno precedente che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 70 secondo i criteri individuati nel sistema di valutazione.

Secondo l’Accordo del 5 agosto, per i percorsi la cui valutazione fa registrare un punteggio pari o superiore a 40 e inferiore a 60:

  1. Le Regioni prevedono azioni specifiche, anche integrando, qualora necessario, gli atti di programmazione regionale, in un’ottica di miglioramento progressivo.
  2. Il MIUR può integrare gli interventi delle Regioni con azioni di sostegno per il superamento delle criticità riscontrate.

Invece per i percorsi la cui valutazione fa registrare un punteggio inferiore a 40 le Regioni provvedono all’adozione degli atti necessari per limitare o escludere dal finanziamento i corsi che per due cicli consecutivi non rispondono agli standard di qualità indicati. La valutazione del secondo ciclo avviene senza prendere in considerazione i parametri relativi all’occupabilità. In ogni caso, in attesa di tale valutazione non può attivare altri cicli relativi alla stessa tipologia di corsi. Il MIUR, sentita la Regione, può anche revocare l’autorizzazione al rilascio del titolo di “Tecnico Superiore” da parte dell’ITS con punteggio insufficiente.

La graduatoria pubblicata dall’INDIRE è stata compilata in relazione ai corsi terminati entro il 31 dicembre 2013.

Su 63 corsi oggetto di monitoraggio e valutazione 42, pari esattamente a 2/3 del totale,  hanno ottenuto un punteggio superiore a 70 e quindi parteciperanno alla distribuzione del 10% di risorse premiali, mentre 21, pari esattamente a 1/3 del totale, hanno ottenuto un punteggio inferiore a 70. Di questi ultimi 19 hanno un punteggio tra i 40 e i 70 e 2 inferiore a 40. Da segnalare che dei 19 corsi con punteggio inferiore a 70, 10 saranno oggetto degli specifici interventi previsti dall’Accordo, in quanto hanno ottenuto un punteggio inferiore a 60.

Il commento

Giunge al primo step la realizzazione del cosiddetto sistema di monitoraggio e valutazione degli istituti tecnici superiori concordato dopo lunghe trattative tra Stato e Regioni nell’agosto 2014.

Emergono in maniera cristallina i limiti e le incoerenze del procedimento attivato.

Innanzitutto appare sempre più evidente il tentativo di escludere definitivamente le parti sociali dal confronto sulle scelte strategiche relative alla formazione tecnica superiore, nonostante il DPCM 25/01/2008  richiami in più parti la necessità del loro pieno coinvolgimento sia a livello regionale che nazionale.  

La quota premiale non utilizza risorse aggiuntive ma rientra nelle risorse dedicate per il funzionamento ordinario delle fondazioni.

I punteggi assegnati alle varie voci che concorrono al punteggio sintetico finale, appaiono opinabili. Ad esempio: i docenti che lavorano abitualmente in altre regioni sono contati non per intero, come i docenti che lavorano all’estero, ma 0,5. La stessa cosa vale per i formatori che provengono dal mondo del lavoro. Invece gli studenti che hanno svolto attività formative in altre regioni, ma non all’estero, valgono 0,8. Il rilascio di una certificazione vale 0,3 rispetto al rilascio del diploma. Gli occupati a sei e dodici mesi valgono 0,3 se non coerenti con il corso frequentato. Altrettanto opinabile è l’assegnazione sia del peso ponderato di ciascun indicatore e relative articolazioni che dei correlati valori soglia (fascia rossa: punteggi insufficienti, fascia gialla: situazione che presentano criticità; fascia verde: punteggi positivi). Gli esempi potrebbero continuare. È chiaro che basterebbe modificare impercettibilmente i moltiplicatori o i pesi o le percentuali che i risultati finali sarebbero, anche profondamente, diversi.

È evidente che si tratta di informazioni quantitative parziali e discutibili che spesso hanno una scarsa correlazione con la qualità che si vorrebbe misurare. Lo stesso tasso di occupazione fa riferimento all’occupazione lorda e non a quella netta, impedendo di fatto la comprensione dell’effettivo apporto occupazionale del corso erogato che tenga presente anche le situazioni di improvvise crisi o, viceversa, di grande crescita, del settore tecnologico di riferimento.

Ovviamente avere a disposizione un semplice numero e una classifica (al termine di una specie di gara campestre) da proporre all’opinione pubblica e ai decisori politici, privi di strumenti per comprendere l’attendibilità dei dati e la loro predicibilità, è una operazione mediaticamente efficace ma che rischia di inaridire definitivamente un settore che, invece, ha bisogno come l’aria di attivare processi di innovazione continua. Infatti, a fronte del possibile aumento della percentuale delle risorse premiali, il 30% in base all’ultima versione del disegno di legge sulla scuola, è assai probabile che le attività delle Fondazioni saranno rivolte ad attivare processi di mero adeguamento ai parametri statistici del sistema di monitoraggio e valutazione piuttosto che ad attivare processi di miglioramento, innovazione e ricerca. Questo processo di burocratizzazione è perfettamente coerente con quanto previsto dal ddl sulla scuola che su questo settore prevede unicamente interventi di gestione dell’esistente.

Infine, questa classifica, con istituti catalogati in base ad un punteggio sintetico, rappresenta un monito sulla deriva a cui potrebbe giungere il Sistema Nazionale di Valutazione delle istituzioni scolastiche attivato con il DPR 80/13.