Accordo per fondi interprofessionali e formazione continua
Un accordo, a livello tecnico, è stato raggiunto in questi giorni tra le Regioni, il Ministero del Lavoro e le parti sociali sulla formazione continua e i fondi interprofessionali
Cosa sono i fondi interprofessionali
Sono il primo tentativo di introdurre in Italia, in una logica bilaterale, un sistema di formazione continua che coinvolga l’impresa da un lato con il suo interesse a rafforzare la propria competitività e dall’altro il sindacato interessato a far migliorare le conoscenze del lavoratore.
I Fondi per la formazione continua sono organismi gestiti dalle parti sociali, sulla base di accordi, statuti e regolamenti di attuazione, che potranno utilizzare parte dello 0,3% del monte salari, che le imprese già versano all’INPS per realizzare piani di formazione per i lavoratori occupati, a livello d’impresa, di settore, di territorio, o anche a domanda individuale del lavoratore.
I Fondi sono una grande occasione per rafforzare le competenze dei lavoratori, sia come formazione individuale sia come rafforzamento delle abilità necessarie nel campo lavorativo per le imprese.
In una fase di crisi economica, quale quella che sta attraversando il nostro Paese in questo momento, i fondi possono rappresentare un punto di partenza contro il declino che si sta prefigurando su alcuni distretti industriali.
I fondi rappresentano, all’interno della formazione continua, un collegamento tra formazione, ricerca e piani di sviluppo territoriali.
Sicuramente l’accordo, che sarà approvato definitivamente nelle prossime settimane dalla Conferenza Stato-Regioni, è solo un primo passo all’interno di una strategia integrata su tutta la formazione, inserita nella politica dei servizi nel campo delle imprese.
Alcuni elementi importanti presenti nel testo rappresentano punti di partenza di elevato valore politico:
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L’accordo viene siglato dalle Parti sociali e non dai Fondi, si evidenzia così il ruolo distinto delle Parti.
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C’è l’impegno di incrementare il finanziamento del sistema formativo pubblico, impegno che dovrà concretizzarsi con un confronto col prossimo Governo.
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Impegno delle parti sociali a favorire a livello regionale o di provincia Autonoma referenti dei singoli fondi per un maggior radicamento della modalità di formazione sul territorio.
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Individuazione di una sede di confronto unica nazionale sulle procedure attivate dai singoli fondi, con la presenza ad un tavolo tecnico di tutte le Regioni.
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Impegno a rivedere le procedure di accreditamento dei soggetti erogatori di formazione, che risponda a criteri definiti di qualità e valutabili.
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Necessità di definire a livello nazionale un sistema di certificazione per il riconoscimento del percorso formativo intrapreso spendibile sia per una ulteriore formazione superiore che nell’attività professionale.
Gli ultimi due punti non solo rappresentano tematiche a noi più vicine ma sono i veri indicatori della riuscita del nuovo progetto formativo. Solo forme di accreditamento definite e trasparenti degli enti erogatori nonché la certificazione del percorso formativo possono dare indicazioni della qualità del progetto e del validità del percorso intrapreso.
Roma, 11 aprile 2006
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