Rapporto mondiale 2007 “Educazione di qualità per tutti!”
Il rapporto, che interessa 178 paesi, mette in evidenza come siano ancora lontani gli obiettivi del Millennio per quanto riguarda l’educazione. Ancora 72 milioni di bambine e di bambini non vanno a scuola e ci sono 774milioni di analfabeti adulti.
Il rapporto, che interessa 178 paesi, mette in evidenza come siano ancora lontani gli obiettivi del Millennio per quanto riguarda l’educazione. Ancora 72 milioni di bambine e di bambini non vanno a scuola e ci sono 774milioni di analfabeti adulti.
Sono ancora lungi da essere raggiunti gli obiettivi educativi per il Millennio: i guadagni ottenuti da alcuni paesi sono stati, infatti, inficiati dalla mancanza di un’educazione di qualità, specialmente per le ragazze, i bambini disabili, i bambini lavoratori e quelli che vivono nelle aree rurali e nelle zone di conflitto. In alcuni paesi, inoltre, non si è registrato alcun progresso. Nel rapporto 2007 - che prende in considerazione 156 paesi in via di sviluppo e 22 nazioni donatrici - sugli sforzi compiuti negli ultimi 7 anni per migliorare l’educazione, la Campagna Globale per l’Educazione mette anche in evidenza che 72 milioni di bambini non frequentano la scuola primaria, 774milioni di adulti sono analfabeti, mentre aumenta il numero degli insegnanti - 18milioni - necessari per raggiungere, entro il 2015, l’obiettivo di un’educazione di qualità per tutti.
Il rapporto, lanciato per segnare il punto “a metà strada” - tra il 2000 e il 2015 - della Campagna, guarda anche alle risposte dei paesi più ricchi ai fini di acquisire gli obiettivi prefissati nel 2000. Di nuovo emergono le promesse mancate in fatto di stanziamenti e l’assenza di volontà politica per soddisfarle. L’usuale pagella data ai paesi più ricchi, in una scala da A a F, mostra una situazione ormai nota: mentre Norvegia e Paesi Bassi sono in testa alla classifica, le nazioni appartenenti al G8 si dimostrano le meno affidabili nel mantenere le promesse fatte, con gli USA all’ultimo posto. In una graduatoria su scala mondiale, gli UK si collocano al 5° posto, il Canada al 36°, la Francia al 91°, la Germania al 109°, il Giappone 124° e infine, buone ultime della classe, Italia e Stati Uniti, al 146°.
Il rapporto dimostra poi in modo chiaro che sono i soggetti più vulnerabili a pagare l’assenza di investimenti e di politiche atte a provvedere un’Educazione per tutti. Un terzo dei ragazzi con disabilità non frequenta la scuola; le bambine sono svantaggiate nell’accesso a scuola, come i bambini che vivono nelle aree dove sono presenti conflitti, come dimostra la situazione in Somalia, Haiti, Sierra Leone e Liberia.
Amaro il commento del Presidente della Campagna Globale per un’Educazione Per tutti: “I Paesi poveri sono stati abbandonanti dai paesi ricchi che non hanno rispettato le loro promesse, pari ad un costo equivalente a poche giornate di spese militari dei paesi del G8”.
Un’indagine svolta dall’Internazionale dell’Educazione in sei paesi africani - Gambia, Kenya, Lesotho, Tanzania, Uganda and Zambia - mostra, inoltre, che mancano i docenti e quasi la metà di quelli assunti non hanno le qualificazioni professionali necessarie, specialmente nelle aree rurali.
L’Internazionale dell’Educazione lancia, quindi, un appello alla mobilitazione di tutti i sindacati dell’educazione durante la settimana mondiale per un’Educazione per tutti - dal 21 al 27 aprile prossimo - per fare pressione sui rispettivi governi e chiedere maggiore impegno e coerenza nel mantenimento degli impegni presi.
Roma, 18 dicembre 2007
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