Crisi del reclutamento.
Canada, novembre 2000
Crisi del reclutamento. La Federazione canadese degli insegnanti, Cft-Fce, ha condotto uno studio sul reclutamento del personale docente nel paese nordamericano. Lo studio è abbastanza originale in quanto non esistono studi ufficiali del governo canadese in merito, dal momento che la scuola non dipende dal governo federale ma dai governi delle singole province. Tale studi ha messo in luce un preoccupante fenomeno di fuga dall’insegnamento: circa il 45% dei docenti ha fretta di andarsene in pensione, mentre il 25% di coloro che iniziano ad insegnare lasciano l’insegnamento per latri mestieri entro i primi cinque anni e un quarto degli studenti dei corsi di formazione degli insegnanti in realtà trovano altre occupazioni.
"Cifre che mostrano quanto alle due estremità della formazione le perdite siano rilevanti – dice John F. Staple, direttore dei servizi economici della Ctf-Fce –A fronte di ciò noi vogliamo mettere in guardia le autorità provinciali dal dare risposte a questa crisi che potrebbero degradare duramente la qualità dell’educazione. Per esempio abbassando il livello delle competenze accademiche e pedagogiche richieste per il reclutamento o ricorrendo a personale che non ha la qualificazione e la formazione necessaria, oppure aumentando il numero di alunni per classe."
Secondo il sindacato canadese occorre stabilizzare invece il personale supplente usato per le sostituzioni, quello a tempo parziale perché passi a tempo pieno, ma soprattutto occorre attrarre i giovani diplomati all’insegnamento, attraverso condizioni di lavoro migliori e con un numero maggiore di risorse disponibili.
"C’è troppa pressione sulla vota personale degli insegnanti – sostiene Staple – viene richiesto troppo tempo in eccedenza alle attività di insegnamento, imposti da regole più o meno burocratiche (…) Occorre migliorare le condizioni concrete dell’insegnamento quotidiano: il numero di alunni per classe, le attrezzature scolastiche ecc. Tutto deve concorrere a creare un ambiente in cui i giovani abbiano il desiderio di rimanere. Infine occorre che i salari degli insegnanti, le carriere e i vantaggi legati alla funzione siano competitivi in rapporto ad altri settori del mercato del lavoro."
L’ipotesi della Cft-Fce è quella di risolvere questi problemi entro i prossimi otto-dieci anni attraverso una campagna nazionale di sensibilizzazione al fine di fare come nei settori ad alta tecnologia, dove alla mancanza di personale si cerca di far fronte offrendo vantaggi sostanziali.
Crisi del reclutamento. La Federazione canadese degli insegnanti, Cft-Fce, ha condotto uno studio sul reclutamento del personale docente nel paese nordamericano. Lo studio è abbastanza originale in quanto non esistono studi ufficiali del governo canadese in merito, dal momento che la scuola non dipende dal governo federale ma dai governi delle singole province. Tale studi ha messo in luce un preoccupante fenomeno di fuga dall’insegnamento: circa il 45% dei docenti ha fretta di andarsene in pensione, mentre il 25% di coloro che iniziano ad insegnare lasciano l’insegnamento per latri mestieri entro i primi cinque anni e un quarto degli studenti dei corsi di formazione degli insegnanti in realtà trovano altre occupazioni.
"Cifre che mostrano quanto alle due estremità della formazione le perdite siano rilevanti – dice John F. Staple, direttore dei servizi economici della Ctf-Fce –A fronte di ciò noi vogliamo mettere in guardia le autorità provinciali dal dare risposte a questa crisi che potrebbero degradare duramente la qualità dell’educazione. Per esempio abbassando il livello delle competenze accademiche e pedagogiche richieste per il reclutamento o ricorrendo a personale che non ha la qualificazione e la formazione necessaria, oppure aumentando il numero di alunni per classe."
Secondo il sindacato canadese occorre stabilizzare invece il personale supplente usato per le sostituzioni, quello a tempo parziale perché passi a tempo pieno, ma soprattutto occorre attrarre i giovani diplomati all’insegnamento, attraverso condizioni di lavoro migliori e con un numero maggiore di risorse disponibili.
"C’è troppa pressione sulla vota personale degli insegnanti – sostiene Staple – viene richiesto troppo tempo in eccedenza alle attività di insegnamento, imposti da regole più o meno burocratiche (…) Occorre migliorare le condizioni concrete dell’insegnamento quotidiano: il numero di alunni per classe, le attrezzature scolastiche ecc. Tutto deve concorrere a creare un ambiente in cui i giovani abbiano il desiderio di rimanere. Infine occorre che i salari degli insegnanti, le carriere e i vantaggi legati alla funzione siano competitivi in rapporto ad altri settori del mercato del lavoro."
L’ipotesi della Cft-Fce è quella di risolvere questi problemi entro i prossimi otto-dieci anni attraverso una campagna nazionale di sensibilizzazione al fine di fare come nei settori ad alta tecnologia, dove alla mancanza di personale si cerca di far fronte offrendo vantaggi sostanziali.
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