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Aiuto-educatori in sciopero.

Francia, Novembre 2001

12/11/2001
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Novembre

Aiuto-educatori in sciopero. Grande successo ha ottenuto lo sciopero degli aiuto-educatori svoltosi il 27 settembre :l’adesione è andata dal 50 al 70% a seconda dei dipartimenti. Una manifestazione si è tenuta a Parigi e in altre nove città della Francia si sono svolte assemblee. Nella mobilitazione si è espressa l’inquietudine per la fine del contratto quinquennale, per la formazione e per la difficoltà di coniugare lavoro a contratto e formazione. Le rivendicazioni sono state relative ad un trattamento di malattia meno penalizzante e al passaggio dal rapporto di lavoro privato a quello pubblico.

Lo Snetaa lascia la Fsu. La vicenda dello scontro tra la direzione della Fsu e lo Snetaa, sindacato maggioritario nei licei professionali, si è risolta con l’uscita di quest’ultimo dalla federazione, dopo che un ricorso per l’annullamento del congresso di La Rochelle era stato respinto dalla magistratura. Lo Snetaa ha fatto sapere di voler dare vita a una nuova federazione, mentre la Fsu ha costituito un nuovo sindacato nel settore professionale con la sigla Snuep.

L'esplosione di Tolosa e i danni alle scuole. La notizia dell'esplosione della fabbrica chimica di Tolosa il 27 settembre , che ha prodotto 29 morti e 2242 feriti, ha fatto il giro del mondo anche a causa dei sospetti che ci fosse un collegamento col terrorismo islamico. Ma quello che è meno noto è il fatto che anche la comunità scolastica è stata duramente colpita dall'incidente. Ci sono infatti da ricostruire ben 30 scuole elementari sulle 185 della città, 2 licei professionali, una scuola media, l'istituto di ingegneria chimica e la città universitaria. 4 scuole medie e un liceo sono state seriamente danneggiate e altri 11 licei e l'università di Mirail hanno subito danni. I sindacati della scuola Fsu, Sden-Cgt, Sud-education e Sgen-Cfdt hanno costituito un comitato intersindacale per affrontare i problemi della ricostruzione, la quale, per fare in fretta, potrebbe portare altri danni. Oltre alla sicurezza dei locali l'intersindacale chiede che si cerchino tutte le soluzioni per evitare la dispersione degli allievi e la rottura della continuità pedagogica, bene prezioso per fare fronte allo choc provocato dall'incidente.

Mobilitazione per le scuole Diwan. Il 9 novembre a Quimper (Bretagna) si è svolta una manifestazione di cinquemila persone per protestare contro la decisone del Consiglio di Stato di bloccare la legge che consente l’integrazione delle scuole Diwan nel sistema scolastico pubblico francese. Diwan è un’associazione scolastica nata nel 1959 per promuovere la scolarizzazione in lingua bretone. La questione si inserisce nella decisione del governo francese di procedere all’insegnamento delle lingue regionali nelle scuole statali. Alla manifestazione era ampiamente rappresentata la sinistra bretone in tutte le sue componenti dal Pcf alla Cfdt. Ma la questione non è semplice. Nelle prese di posizione dei sindacati della scuola sulla questione delle lingue regionali (compresi Unsa e Sgen-Cfdt, i più favorevoli al progetto) si esclude che la scelta della lingua regionale possa significare una "full immersion" nella lingua regionale stessa, mentre le scuole Diwan hanno proprio questa caratteristica.

Insegnanti e pensionamenti. L’Educazione nazionale francese conta 809.560 insegnanti: 314.000 nel primo grado e 369.000 nel secondo grado. L’età media degli insegnanti è 41 anni nel primo grado e 43 anni nel secondo. Il Ministero stima intorno a 165.000 i pensionamenti previsti tra il 2001 e il 2005. Le cifre crescono ancora di più se si comprende la scuola privata che in Francia copre il 20% dell’utenza e i cui stipendi sono pagati dallo Stato. Si tratta nell’insieme di un esercito di 916.250 persone divise in 373.150 del primo grado, 481500 del secondo, 47.500 insegnanti-ricercatori e 14.100 orientatori ed educatori, di questi tra il 2000 e il 2009 ne andranno in pensione 377.500 (42%) cosi suddivisi: 165.600 primo grado (44,4%), 191.700 secondo grado (39,8%) 15.800 ricercatori (33%) e 4.400 tra il personale dell’orientamento (31%).

Sono dati che si apprendono dal lavoro che lo Snes sta facendo in direzione dei futuri insegnanti in formazione iniziale presso gli Istituti Universitari di Formazione Magistrale in previsione di un ricambio occupazionale che si preannuncia di dimensioni bibliche.

Il programma del partito socialista: la scuola a vita. Diritto alla formazione per tutto l'arco della vita, società della piena occupazione e scommessa della conoscenza, lo statuto degli istituti scolastici e il parternariato sono stati i fili conduttori del colloquio sull'educazione organizzato dal partito socialista francese nel mese scorso.
Una piattaforma declinata su cinque obiettivi: formazione continua, qualità della scuola, uguaglianza nella diversità, autonomia delle scuole e laicità. Rinuncia, quindi a grandi riforme di sistema, ma aggiustamenti per migliorare l'efficacia e l'efficienza del servizio scolastico.
Nella convinzione che il prolungamento degli studi possa essere uno strumento utile a combattere l'insuccesso scolastico e la violenza giovanile, se la sinistra vincerà le prossime elezioni legislative, presenterà una legge quadro che preveda l'introduzione, dopo la scuola dell'obbligo, di ulteriori tre o più anni di formazione. Si tratterà di sviluppare forme di studio individuale ed assistito per gli alunni in difficoltà e di trovare forme più strette di collaborazione tra scuola e territorio, a rafforzamento dei contratti educativi territoriali.
Favorevole a studi diversificati a livello di collège, per rompere un'uniformità che non garantisce le pari opportunità, la piattaforma del PS suggerisce, inoltre, percorsi integrati con la formazione professionale per tutti gli studenti, con una particolare attenzione all'apprendimento delle nuove tecnologie e della meccanica. Tale integrazione potrà avvenire attraverso accordi con i licei professionali; una proposta, quindi, che va ben di là dai percorsi d'orientamento previsti nella riforma dei collège.
Per quanto riguarda l'autonomia degli istituti scolastici, la piattaforma del PS ne prevede un aumento dei poteri sia per quanto riguarda le scuole secondarie sia le università. Per gli insegnanti si pensa a più ampie scelte di formazione continua, anche all'interno delle imprese.
Un'ultima questione riguarda l'insegnamento delle lingue regionali, punto di frizione in questi anni tra destra e sinistra. Si ritiene che gli studenti debbano avere la possibilità di apprendere la loro lingua regionale a scuola, così come la lingua d'origine per gli immigrati o per i loro figli, fatto salvo il carattere non obbligatorio di tale insegnamento.