14 novembre 2012: la giornata di mobilitazione europea a Bruxelles
Il resoconto dell'iniziativa che si è tenuta a Bruxelles nell'ambito della campagna promossa dalla Confederazione Europea dei Sindacati per il lavoro e la solidarietà e per protestare contro le politiche di austerità.
Oggi, 14 novembre 2012, a Bruxelles davanti alla sede della Commissione europea, palazzo Berlaymont, la Confederazione sindacale europea - CES - tanti sindacati europei e la FLC CGIL, hanno consegnato alla CE il "Premio Nobel dell'austerità" con tanto di attestato.
Hanno dichiarato "Senza se e senza ma" che milioni di lavoratrici e di lavoratori di tutta Europa rifiutano l'austerità perché socialmente ed economicamente sbagliata.
Da quando sono iniziate le politiche dell'austerità come rimedio alla crisi economica, la crescita è andata peggiorando; la Spagna ad esempio è passata dal 0,4% al -1,8% e la disoccupazione è triplicata. Anche la Germania, fautrice dell'austerità, comincia a sentire gli effetti della crisi e il Belgio, ancora fra i privilegiati, riesce appena a mantenere il suo potere d'acquisto.
I pensionati greci erano in prima fila e urlavano il loro dolore. I giovani presenti erano sdraiati al suolo per evocare la loro morte.
Tutti hanno ricordato alla UE, davanti al palazzo Berlaymont, che il salario va tutelato perché è primo motore dell'economia e dell'occupazione. Il lavoro è un diritto e gli Stati devono garantire lavoro e dignità a tutte le cittadine e a tutti i cittadini europei.
Era presente anche la Segretaria generale della CES, Bernadette Ségol, che ha chiesto, insieme a noi, più Europa ma un'altra Europa.
Un’Europa della cooperazione, un’Europa sociale, che protegge il lavoro, le lavoratrici ed i lavoratori, i propri giovani, i diritti dei cittadini.
Una Europa della crescita e non della povertà.
Si chiedono regole per le banche, imposte sul capitale e non sul lavoro e di aiutare le imprese che procurano lavoro e investono in ricerca.
Si dice no all'austerità e sì alla giustizia sociale.
Dalla piazza e dal palco si dichiara in modo chiaro che la democrazia è in pericolo, che i diritti sono in pericolo, che il benessere della gente è in pericolo e che non s’intende lasciare che si cancellino le conquiste del dopo guerra quelle dei nostri padri e dei nostri nonni, la nostra identità.
Molti i lavoratori del Portogallo e della Spagna.
Presente tra il pubblico l’europarlamentare Sergio Cofferati.
"La CES, ha detto la Segretaria Generale, vuole un contratto sociale per l'Europa e le politiche attuali devono essere fermate perché si sono dimostrate un totale fallimento".
Noi, come tanti altri, compresi illustri economisti, sappiamo che quello che avviene in Grecia, in Portogallo, in Spagna e anche in Italia è la prova che il rigore e la ricerca esclusiva della parità di bilancio, senza crescita e senza investimenti da parte degli Stati, non può produrre che regressione economica e sociale.
Le lavoratrici ed i lavoratori sanno che non si può andare avanti senza di loro e che è ora di unire le forze e le azioni a livello nazionale ed europeo.
Noi siamo europeisti ma le politiche dell'austerità che la CE propone, da troppo tempo ormai, stanno uccidendo il progetto europeo originario.
Bisogna quindi , ora e subito, cambiare rotta.
Hanno detto dal palco: "Fanno remare noi, lavoratrici ed lavoratori, mentre loro, i ricchi ed i potenti, si mettono da parte e guardano".
Ebbene questo deve finire e dobbiamo dire basta ai privilegi e sì alla solidarietà, ad una economia ed una crescita compatibile che possano ridare speranza ai nostri paesi e ai nostri giovani.
Come ha detto più volte il nostro Segretario Generale Domenico Pantaleo: "La nostra gente ha bisogno di sperare che si possano cambiare le cose e noi dobbiamo lavorare in questo senso" e anche la Segretaria Generale della CES ci crede e ha detto: "Noi ce la faremo!".
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