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Reclutamento universitario: il TAR Lazio riconosce la legittimità della FLC CGIL ad intervenire in Corte di Giustizia

Accolta la nostra istanza per i ricercatori universitari a tempo determinato.

11/06/2019
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Il Tar Lazio, in data 10 giugno 2019, con ordinanza n. 3803/2019, ha confermato la legittimità dell’intervento proposto dalla FLC CGIL e dalla CGIL nel procedimento di rinvio pregiudiziale in Corte di Giustizia riguardante l’ammissione dei ricercatori a tempo determinato alla procedura di stabilizzazione prevista dal Decreto Legislativo n. 75/2017 illegittimamente negata dalle università.

Con il medesimo provvedimento, il giudice amministrativo ha disposto che tutti gli atti ed i documenti prodotti siano trasmessi, a cura della Segreteria del Tar, alla Corte di Giustizia della UE per essere assunti al procedimento instaurato mediante ordinanza n. 4336/2019.

Per effetto di tale importante decisione, la FLC CGIL e la CGIL saranno presenti, con i propri legali, in Corte di Giustizia partecipando attivamente alla discussione sui diversi temi già ampiamente rilevati dal Tar Lazio nei provvedimenti sopra richiamati.

Non appena avremo notizia della data di udienza provvederemo a darvene comunicazione.

Alla luce di tale importante decisione occorre proseguire e rafforzare la nostra azione rivendicando la necessità di una risposta politica, che sappia affrontare e risolvere complessivamente il problema del precariato universitario e dell’accesso al pre-ruolo. Rispetto alla decisione del TAR Lazio non possiamo che rilevare come questa confermi una parte della nostra analisi e la necessità di porre fine a questo abnorme fenomeno di sfruttamento che è diventato sempre più “normalità” dall’uscita della legge 240/10.

Oltre ai Ricercatori precari di tipo A già inclusi nella Campagna “Restiamo in Contratto”  diventa sempre più urgente dare una soluzione per quanto concerne gli oltre 13.000 assegnisti di ricerca che popolano i dipartimenti e che arricchiscono col loro lavoro la crescita e l’innovazione dell’università.

L’utilizzo dell’assegno di ricerca, assieme alle docenze a contratto, continua ad essere la modalità più frequente degli atenei per garantirsi i servizi basilari di ricerca e didattica.

La precarietà dei tempi di durata e di rinnovo costringono i nostri cervelli a vivere uno stato di perenne attesa, di economia della promessa, di subalternità.

Nei prossimi giorni la FLC CGIL definirà tempi e modalità di intervento legale per gli assegnisti di ricerca, così come continuerà costantemente la mobilitazione con la Campagna di proposte e rivendicazioni dei “Ricercatori Determinati” e la funzione di rappresentanza presso il tavolo tecnico che si è aperto al Miur lo scorso 5 giugno.