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AFAM: dal 2023 riconoscimento integrale del servizio pre-ruolo

Lo prevede il decreto legge infrazioni. Si tratta di una norma di civiltà nella direzione della piena equiparazione dei diritti dei precari.

14/06/2023
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È entrato in vigore il 14 giugno 2023 il decreto legge 69 del 13 giugno 2023 concernente le “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da attività dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”.

L’art. 11 del decreto legge tratta delle Disposizioni in materia di riconoscimento del servizio agli effetti della carriera per il personale delle Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica. Procedura di infrazione n. 2014/4231.

Si tratta di una norma particolarmente attesa in quanto prevede il pieno riconoscimento del servizio pre ruolo sia del personale TA (a tal fine viene modificato l’art. 569 del D. Lgs. 297/94 noto come Testo Unico della Scuola) che del personale docente (a tal fine viene modificato l’art. 485 del D. Lgs. 297/94).

Con tali modifiche a decorrere dal 14 giugno 2023 a tutto il personale che abbia svolto servizio a tempo determinato o in un ruolo inferiore per più di quattro anni, tale servizio deve essere valutato per intero e non per 2/3 per la parte eccedente i quattro anni. A tal fine vengono stanziate le seguenti risorse

  • 785.361 euro per il 2023
  • 948.193 euro per il 2024,
  • 1.144.694 euro per il 2025
  • 1.341.196 euro annui a decorrere dal 2026.

Ai  fini  previdenziali le disposizioni introdotte dal decreto operano con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 14 giugno 2023.

Segnaliamo che per i docenti la norma non interviene sulla durata dell’anno accademico. Pertanto 180 giorni di servizio equivalgono ad un anno intero.

Conseguentemente il servizio valido ai soli fini economici (1/3 della parte eccedente i quattro anni) sarà interamente utile a decorrere dal 14 giugno 2023 senza dover attendere il compimento del ventesimo anno per personale TA, del ventiquattresimo anno per il personale docente e del diciottesimo anno per il personale EP1.

Le disposizioni, a tutela dei lavoratori a tempo determinato, vogliono rispondere alle censure mosse da parte della Commissione Europea sotto il profilo dell’abuso del precariato e della disparità di trattamento rispetto al personale a tempo indeterminato, al fine di scongiurare il deferimento dell'Italia dinanzi alla Corte di Giustizia.

Naturalmente il provvedimento non riguarda eventuali arretrati degli anni precedenti per i quali la strada rimane quella del contenzioso.

Consideriamo il provvedimento molto importante in quanto sancisce la piena equiparazione a livello retributivo dei diritti del personale a tempo determinato, battaglia che vede la CGIL in prima linea da anni.