La VII Commissione del Senato ha dato parere favorevole allo schema di decreto sul sistema di valutazione
Un governo e un parlamento decaduti ancora si permettono di intervenire, e malamente, su questioni fondamentali.


Ieri, 14 febbraio, la VII Commissione del Senato ha dato parere favorevole allo schema di decreto sul sistema nazionale di valutazione.
Nessuno scrupolo a forzare il cosiddetto "esercizio ordinario", cioè quel periodo nel quale ci si prepara a nuove elezioni e quindi a nuove maggioranze e nuove politiche, con responsabili rinnovati o confermati dall'esito elettorale. Un periodo nel quale poiché il governo è caduto e il parlamento in scadenza ci si dovrebbe limitare, appunto, all'esercizio "ordinario" evitando di intervenire in materie che ordinarie non sono affatto.
L'istituzione di un sistema nazionale di valutazione è un fatto di grandissima rilevanza. Per il sistema di istruzione e formazione. Per il paese che di istruzione e formazione ha bisogno come del pane per poter crescere in benessere e in democrazia.
Lo schema di decreto è gravemente inadeguato, e basterebbe leggere il parere del Consiglio di Stato e quello del CNPI per rendersene conto.
E tanti altri ancora l'hanno detto e argomentato. Da ultimo l'ha fatto un gruppo di associazioni prestigiose che con garbo, con passione culturale e pedagogica, con coscienza professionale e rispetto istituzionale hanno elaborato un documento unitario al quale la FLC ha successivamente aderito.
E si tratta di soggetti impegnati tutti a promuovere un sistema nazionale di valutazione degno di questo nome.
Ma si è voluto andare avanti lo stesso. E il governo, presente a presidiare i lavori della Commissione con il Sottosegretario Ugolini, su questo ha trovato la sponda nel PDL e nella Lega che pur attaccano tutti i giorni con veemenza Monti, ma che sul tema del sistema di valutazione sono andati d'amore e d'accordo. Come mai?
Nessuna nobile ragione. Anzi. Il fatto è che contestualmente si stanno facendo le nomine ai vertici di INVALSI e INDIRE. Due enti che, soprattutto il primo, dall'approvazione di questo regolamento ricaveranno ruolo, risorse, potere e, appunto, nomine. Da farsi subito, prima che il quadro politico, e i relativi accordi di sottopotere, cambino.
Poco importa se l'introduzione di questo sedicente sistema nazionale di valutazione si abbatterà sulle scuole portando ulteriori elementi di difficoltà, contribuendo a svuotare l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento. Poco importa se la scuola e i suoi complessi e delicati e immiseriti meccanismi, invece di essere oggetto di cura, di attenzione, di investimenti, di rinnovato riconoscimento sociale sarà ridotta a enorme, e inerme, terreno di esercizio della sfrenata, immensa, inutile se non dannosa, frenesia misuratoria dell'INVALSI.
Non è davvero di questo che c'è bisogno, bensì di un altro sistema di valutazione, che nasca nella condivisione e nel coinvolgimento.
Per quanto ci riguarda, come FLC siamo impegnati da anni nel chiederlo e nel promuoverlo. Lo dimostrano le nostre prese di posizione, i convegni, i dibattiti, le proposte, lo stesso atteggiamento non pregiudizialmente contrario alla rilevazione nazionale degli apprendimenti e perfino ai test INVALSI.
Ma la definizione della questione che viene data nel regolamento approvato è negativa e perniciosa per la scuola.
Se il governo in carica avesse un sussulto di saggezza, non licenzierebbe questo regolamento.
Ancora una volta chiediamo di fermare questo processo, di rimettere la questione sui binari giusti. Chiediamo alle forze politiche che non più tardi di ieri mattina si sono dichiarati concordi, a rinnovare subito esplicitamente il loro impegno e soprattutto, a renderlo concreto, a farlo.
Altrimenti sarà la scuola e i suoi lavoratori, saranno gli studenti e i genitori a trovare le forme e i modi perché la questione della valutazione di sistema venga rimessa sui binari giusti, nella direzione di promuovere la scuola di tutti e di ognuno che la Costituzione ha affidato alla Repubblica.
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