La vera scuola non ci sta e sciopera il 5 maggio
La piazza piena è la risposta a chi non ci ha consultati: il DDL scuola va cambiato!
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Una piazza piena di scuola vera. Docenti, dirigenti, Ata, Rsu - quelli eletti con una partecipazione di oltre l’80% dei lavoratori - e i sindacati tutti uniti. C’è La scuola che sente di poter contare e vuole farlo, fermando il Disegno di Legge del Governo Renzi. Lo sciopero, annunciato oggi in piazza SS. Apostoli per il 5 maggio 2015, appare inevitabile. Il Governo non è mai stato così lontano dalle esigenze della scuola e così lontano da quello che i lavoratori chiedono. È chiaro, come hanno detto in piazza i segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda e i cinque delegati (rsu) di scuola, che questo Disegno di Legge non piace a nessuno.
Non piace ai precari, docenti e ATA, per i quali i sindacati finalmente riuniti, chiedono un piano di stabilizzazioni articolato e immediato che garantisca stabilità a chi da anni assicura il funzionamento della scuola e la regolarità nella didattica e nella gestione. Non piace ai lavoratori di ruolo, il cui contratto è al palo da 7 anni e per i quali il rinnovo è una necessità se si vuole davvero ridare dignità a questi lavoratori e potere d’acquisto ai loro stipendi. Non piace per le incursioni della legge su materie che sono soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale, sulle quali ancora una volta, il Governo non intende sedersi a un tavolo con le organizzazioni sindacali. Non piace per lo strapotere affidato ai dirigenti attraverso la chiamata diretta dei docenti e non convince infine perché non ha mai coinvolto nelle sue decisioni chi la scuola la fa, tra mille difficoltà, ogni giorno.
Pantaleo dal palco ha definito inaccettabile la scelta del Governo di non stralciare il Piano delle assunzioni dal Disegno di legge, lasciando così migliaia di precari in una situazione di incertezza e di disperazione e ricattando il Parlamento sui tempi di discussione del provvedimento. La FLC CGIL ha presentato le sue proposte per una radicale modifica di questo Ddl, chiedendone anche la soppressione di alcuni articoli. E lo ha fatto anche in un’audizione alle commissioni cultura di Camera e Senato dove sono stati presentati precisi emendamenti ai singoli articoli.
Il malcontento è forte nel Paese e speriamo che lo sciopero possa influire sulle scelte del nostro Parlamento, dimostrandogli che non è questa riforma ciò che serve alla scuola.
Si fa così la buona scuola
Foto di Marco Merlini
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