Inclusione e disabilità: incontro al MIUR sulla delega della legge 107. Perplessità della FLC sulle proposte illustrate dall’Amministrazione
Rimangono aperte alcune questioni che vanno affrontate con chiarezza.
Presieduta dalla Dottoressa Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento per l’Istruzione del MIUR, si è svolto oggi, 6 ottobre 2015, l’incontro fra Amministrazione e Sindacati rappresentativi su inclusione scolastica e disabilità, uno dei nove argomenti di delega contenuti nella legge 107/2015 comma 180 lettera c).
Il Capo Dipartimento ha informato che è stato attivato un tavolo tecnico di confronto sullo stesso argomento con le Associazioni delle persone con disabilità, con le Associazioni genitoriali e con le Associazioni professionali della scuola e che l’incontro di oggi può essere utile anche per il confronto con tali Organizzazioni.
Sono stati presentati dai funzionari MIUR alcune problematiche emergenti che potrebbero trovare soluzione nell’esercizio della delega:
- il grande contenzioso giudiziario per l’attribuzione del sostegno agli studenti che vede sempre soccombente l’Amministrazione,
- la necessità di adeguare le diagnosi in funzione dei nuovi parametri ICF (solo in alcune regioni ciò viene fatto) e di trarre le conclusioni delle sperimentazioni che sono state fatte su questo versante, di affrontare il problema delle cosiddette diagnosi “improprie” al fine di affinare gli strumenti relativi alla certificazione, di curare la formazione dei docenti in relazione a specifiche disabilità (essendo quella attuale non adeguata ad alcune tipologie di essa).
Come FLC CGIL abbiamo sottolineato quanto segue.
Fermo restando che tale materia si sarebbe dovuta affrontare al pari di altre con un iter legislativo ordinario e non per delega, e fermo restando che alcuni contenuti della delega stessa (individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, formazione obbligatoria del personale tutto, garanzia per l’istruzione obbligatoria) possono bene essere utilizzati per superare alcuni deficit storici sulle inadeguatezze del sistema in materia di esercizio dei diritti della persona con disabilità, rimangono aperte alcune questioni che vanno affrontate con chiarezza.
Innanzitutto la previsione di un concorso specifico per il sostegno, come si evince dal comma 109 della legge, può aprire le porte ad un pericoloso percorso di separatezza: cosa finora evitata risultando uno dei punti di forza dell’ordinamento. Infatti, prevedere percorsi aggiuntivi specifici strutturati, accanto e oltre il percorso curriculare che ne deve costituire la base, ha assicurato la ricchezza di dialogo e di osmosi fra i docenti di sostegno e del curricolo. Semmai si tratta di rafforzare, affinare, irrobustire i percorsi aggiuntivi di specializzazione, ma non di sostituirli con un concorso per il solo sostegno tanto da prefigurare un Docente separato e confinato nel ruolo di docente esclusivo della disabilità.
Parimenti, occorre chiarire, laddove la delega prevede che all’alunno venga assicurata la continuità didattica con lo stesso Docente di sostegno, che non si prefiguri l’impossibilità per il docente stesso di trasferirsi in altra scuola, in altro ruolo, in altre classi.
La misura che evita la discontinuità didattica è la stabilizzazione dei posti di sostegno con la riconduzione integrale dell’organico di fatto in organico di diritto. Peraltro il Docente di sostegno è docente della classe e tale deve rimanere: muoversi in direzione diversa sarebbe un danno per lo stesso alunno con disabilità.
Non bisogna sottovalutare il fatto che la fissità nel ruolo e la separatezza del ruolo possono far aumentare esponenzialmente il rischio di burnout (stress da esercizio delle professioni di aiuto).
Per quanto riguarda l’obbligatorietà della formazione prevista dalla delega, per tutto il personale, va detto che essa può attuarsi per via contrattuale attraverso il tavolo di confronto sindacale (la materia formazione è materia contrattuale) e lo stanziamento di risorse adeguate. La legge non fa venire meno l’esigenza di ricondurre tale argomento al tavolo contrattuale.
Contemporaneamente al confronto sindacale, sono avviati altri tavoli con le associazioni, positivi per le implicazioni che la materia comporta, ma il confronto sindacale ha una sua specificità e ha bisogno di un percorso specifico che non può essere assorbito in altre sedi.
L’Amministrazione ha mostrato attenzione alle problematiche proposte, sottolineando, su richiesta delle Organizzazioni Sindacali, che quella di oggi è la prima riunione di altre che necessariamente seguiranno, specificamente con le Organizzazioni sindacali, al di là degli incontri con le Associazioni.
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