Piattaforma digitale e piano triennale di formazione 2016/2019: si è svolto l’incontro al MIUR
La posizione del Ministero dell’Istruzione e le richieste dei sindacati. È necessario fare chiarezza.


Si è svolto l’incontro al MIUR sollecitato unitariamente da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal.
Il tavolo era stato richiesto con lo scopo di fare chiarezza su quanto anticipato dal Ministero e successivamente diffuso con la nota 22272 del 19 maggio 2017, in relazione ai tanti punti oscuri del piano triennale di formazione dei docenti.
I sindacati, convocati quando la piattaforma era già stata avviata, hanno innanzitutto ribadito che la formazione è materia contrattuale e che quindi le relazioni sindacali sul punto non possono essere disattese.
È stato unitariamente ribadito dai sindacati che per il docente non sussistono obblighi al di fuori di quanto previsto e regolato dal contratto collettivo, tantomeno in termini di ore di formazione da svolgere ogni anno.
Al contrario, la nota sulla piattaforma digitale ripropone gli equivoci che si ritenevano ormai superati, relativi agli obblighi che graverebbero sul docente in merito alla formazione. Su questo punto la confusione nasce dalla sovrapposizione che emerge dalla nota tra percorsi formativi, quantificazione delle ore di formazione e requisiti per l’accesso dei soggetti accreditati/qualificati ai sensi della Direttiva 170/2016, con la possibilità di inserire in piattaforma solo le iniziative formative conformi a quanto previsto dal Piano.
Nel corso dell’incontro i sindacati hanno anche chiarito che le istruzioni per l’utilizzo della piattaforma digitale non possono diventare lo strumento per dare indicazioni sul portfolio professionale del docente.
Peraltro, la stessa Amministrazione mentre dichiara nella circolare che il portfolio docenti al momento è in fase di studio, in un passaggio immediatamente precedente del medesimo documento immagina già il portfolio, arricchito di “ulteriori” e non meglio definiti “aspetti” dell’anagrafe della professionalità, utile per documentare l’attività didattica del docente.
I sindacati hanno concordemente ritenuto che sia indispensabile che l’Amministrazione fornisca chiarimenti ufficiali su tutte le criticità discusse, da quelle tecniche, rilevate nell’ effettuare l’accesso alla piattaforma a quelle che attengono all’ impossibilità di documentare tutti i percorsi formativi del docente, che non siano solo quelli svolti o avviati dopo l’ attivazione della piattaforma (22 maggio 2017) o quelli reputati conformi a quanto previsto dal piano. Per assurdo, tra le iniziative formative “non conformi” e che, quindi, potrebbero non risultare in piattaforma e nella storia formativa del docente, potrebbero finire anche quelle progettate e svolte dalle istituzioni scolastiche, nell’esercizio dell’indiscutibile autonomia di ricerca e progettazione, se per qualche motivo, magari per il numero di ore, le iniziative non venissero riconosciute dalla piattaforma.
Ci auguriamo che l’Amministrazione corrisponda alle richieste dei rappresentanti dei lavoratori e che fornisca indicazioni puntuali che risolvano i dubbi nell’uso della piattaforma digitale; che chiariscano che la stessa ha natura esclusivamente sperimentale; che non sussiste l’obbligo di documentazione della “storia” del docente né sussiste l’obbligo di formazione di un portfolio o di un qualsiasi atro archivio per la documentazione dell’attività didattica, la conservazione e il trattamento on line dei dati del docente.
Senza le necessarie garanzie e le senza tutele contrattuali la FLC CGIL non è disposta ad accettare esperimenti di cui non siano chiare né le finalità né le possibili conseguenze per i lavoratori.
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