Di tutti di ognuno: la scuola dell’infanzia per il futuro del paese
Impegno e responsabilità per una scuola dell’infanzia all’altezza dei diritti dei bambini. Di tutti i bambini e le bambine.
Ieri pomeriggio, 9 aprile, a Bologna, nella splendida cappella Farnese di Palazzo D’Accursio, sono state riaffermate le ragioni di una scuola dell’infanzia di qualità per tutti i bambini e le bambine dai tre ai sei anni.
"Il diritto allo studio comincia a tre anni" è stato rimarcato. E dalla storia pedagogica delle scuole dell’infanzia dell’Emilia Romagna, che sono state e sono capaci di essere riferimento nazionale e internazionale, ancora oggi giungono molte suggestioni, indicazioni, molti esempi di buone prassi e di modelli organizzativi e didattici che a quel diritto possono dare concretezza. Anche nella voce, oltre che nelle parole, di un vibrante intervento di una maestra bolognese, sono risuonati forti il disagio, la fatica e la difficoltà di far vivere quel modello e quelle buone prassi in una quotidianità che sempre più si svolge all’insegna dell’emergenza.
Forte, e da più versanti declinato, è stato il richiamo alla responsabilità. Responsabilità degli adulti in generale, dell’istituzione scuola e di chi ci lavora, dei decisori politici locali, nazionali, europei.
Perché se è vero che nell’infanzia di oggi c’è il Paese di domani, allora le conseguenze delle scelte di oggi si vedranno negli anni a venire. Non aver cura o abbastanza cura dell’infanzia di oggi significa avere tra qualche anno più sofferenza individuale, più disagio sociale, peggior qualità della vita e della democrazia; peraltro con costi individuali e sociali, anche di tipo economico, altissimi.
E’ una logica molto miope quella che pensa di poter risparmiare tagliando sull’infanzia e sulla sua scuola.
Né un paese democratico può tollerare che i diritti dei bambini e delle bambine siano garantiti a geometria variabile, con forti varianze territoriali. Da questo punto di vista la responsabilità istituzionale dello Stato è totale e imprescindibile. In questa prospettiva si colloca l’appello lanciato in vista del referendum consultivo per cui si voterà a Bologna il prossimo 26 maggio.
Un pomeriggio importante, nel corso del quale la FLC nazionale, insieme a quella dell’Emilia Romagna, a Proteo Fare sapere, ha confermato e testimoniato che dalle ragioni dell’infanzia e dal suo diritto alla cura, all’educazione, all’istruzione occorre partire per radicare ogni ragionamento, ogni impegno per la qualità della sua scuola.
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