Didattica a distanza: il Ministero avvia un’indagine per tutte le scuole
Iniziativa intempestiva, che in questo momento rischia solo di aumentare le difficoltà delle scuole.
Il Ministero dell’Istruzione ha diffuso, per il tramite degli Uffici Scolastici Regionali, la nota 318 dell’11 marzo 2020 indirizzata ai dirigenti scolastici e finalizzata a monitorare le attività di didattica a distanza predisposte dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
In premessa ci pare necessario sottolineare l’intempestività di questa ulteriore indagine, in un momento di particolare emergenza e di sovraccarico di lavoro, organizzativo e amministrativo, piombato addosso alle nostre scuole, che hanno dovuto letteralmente reinventarsi: da istituzione in presenza a istituzione a distanza.
I docenti, i dirigenti e tutto il personale amministrativo e tecnico, con il supporto dei collaboratori scolastici, hanno completamente rivisto il proprio lavoro, modulando l’attività delle scuole sulla base dei diversi contesti e delle diverse strumentazioni a disposizione: tutto questo per offrire ai nostri alunni attività a distanza che sostengano questa fase di isolamento forzato.
Conosciamo lo sforzo che tutti stanno producendo, non senza alcuni elementi di difficoltà o di criticità e ci stupiamo che l’amministrazione centrale possa avere ritenuto necessaria tale indagine in questo momento.
È indispensabile evidenziare, inoltre, come nel merito alcuni quesiti destino perplessità di natura pedagogica, in particolare quando si chiede se “l’attività didattica a distanza prevede forme di valutazione”. Ci pare di tutta evidenza, infatti, che in considerazione dell’eccezionalità delle condizioni in cui si svolgono le attività, queste non possano avere altro che una finalità di consolidamento e di approfondimento, non soggette a valutazioni che potrebbero ampliare disuguaglianze tra coloro che possono contare sulle connessioni online e coloro che non ne sono in possesso.
Infine, in un momento in cui con fatica e spirito di servizio, tutte le professionalità provano ad agire all’unisono sui bisogni degli studenti, ciascuno con il proprio ruolo e nel rispetto delle diverse competenze, il ministero non sente l’esigenza di condividere o comunicare l’indagine alle organizzazioni sindacali della scuola, tenuto conto, soprattutto, che questa trasformazione da istituzione in presenza a istituzione a distanza, produce una fatica, che la scuola sta sostenendo, ma soprattutto, richiede una necessaria rimodulazione dell’organizzazione del lavoro didattico e della visione pedagogica. Una visione e un lavoro su cui è indispensabile, oggi più che mai, cercare condivisione e sinergia, anziché monitoraggi e dati numerici.
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