Pensioni scuola: aumentano le domande, ma restano gli effetti della riforma Fornero
Pervenute 24.220 domande che sono il 40% in più dello scorso anno.
Il MIUR ha fornito alle organizzazioni sindacali i primi dati provvisori relativi alle domande di cessazione dal servizio del personale della scuola.
Le domande presentate sono complessivamente 24.220, a cui andranno aggiunte, dopo l’inserimento al SIDI, le cessazioni d'ufficio e altre variazioni di stato giuridico (licenziamenti, dispense, ecc.).
Questo è il dettaglio delle domande, suddiviso nei vari profili professionali:
Docenti |
19.078 |
Personale educativo |
32 |
Insegnati di religione |
147 |
Personale ATA |
4.963 |
Rispetto alle 17.237 domande presentate nel 2014, sono circa 7.000 in più le domande prodotte quest’anno, con un incremento del 40%.
Dopo il tracollo dei pensionamenti causato dai criteri introdotti dalla Riforma Fornero, il turn over torna a crescere, alimentando le speranze dei precari che aspettano il loro turno per la stabilizzazione. Ma quella percentuale di aumento dei pensionamenti parla di criteri di età e di servizio veramente esagerati: la Riforma Fornero non ha rispetto per il lavoro e il suo peso, per le condizioni personali che a volte richiedono una flessibilità di uscita estranea alla rigidità dell’attuale sistema pensionistico.
Cambiare la legge Fornero è un dovere della politica: bisogna ripristinare un sistema pensionistico solidale che dia certezze a giovani per il loro futuro e agli anziani perché non siano prigionieri di una gabbia dalla quale non si può uscire.
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