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Spending review: riduzione del turn-over e tasse studentesche alle stelle

La revisione della spesa per i giovani, i precari e la ricerca: alla fiera delle ipocrisie. Docenti e precari FLC CGIL contro l'aumento delle tasse studentesche e i nuovi vincoli al turn-over.

08/07/2012
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A dispetto delle chiacchiere sulla necessità di investire in ricerca e sviluppo, dei proclami a difesa dei giovani e delle loro opportunità, ancora una volta questo Governo – in assoluta continuità col precedente – si interessa dell'università italiana per proseguire il progetto di smantellamento del sistema pubblico e del diritto allo studio.

I provvedimenti contenuti nel DL 95/12 colpiscono duramente gli studenti (leggi la nostra scheda di approfondimento), e in maniera particolare quelli meno agiati, permettendo agli atenei italiani di innalzare le tasse molto al di sopra degli attuali vincoli. Il limite al 20% delle entrate da tassazioni studentesche dovrà infatti calcolarsi sull'insieme delle entrate statali – non più sul solo FFO - e solo relativamente agli studenti in corso. Questo avrà ricadute drammatiche sugli studenti fuori corso e pesantissime su quelli in corso, che non sono esentati dagli aumenti. Peraltro, e contrariamente al dettato costituzionale, gli atenei sono incentivati a sforare questo vincolo potendo utilizzare le entrate in eccesso per borse di studio che garantiscano "i capaci e meritevoli" non necessariamente "privi di mezzi".

Colpite ancora una volta le aspirazioni dei tantissimi precari e dei docenti di ruolo dall'abbattimento del turn-over negli atenei. Il decreto dispone che il turn-over sia ridefinito nella misura massima del 20% fino a tutto il 2014, 50% per il 2015, e 100% per il 2016. In maniera paradossale, le maggiori risorse che si liberassero dal turn-over restano a disposizione degli atenei e potranno essere utilizzate per altri scopi: nella migliore delle ipotesi per la ristrutturazione dei laboratori, nella peggiore per garantire ai Rettori e ai loro Cda fondi per spese straordinarie e discrezionali. La trovata è sconcertante: il mantenimento della funzionalità ordinaria del sistema universitario sarà garantita dalla tassazione studentesca – le cui famiglie già sono vessate da una fiscalità generale tra le più alte d'Europa – e dalla cancellazione delle opportunità di reclutamento dei precari e di carriera dei docenti.

Appare ancora una volta, se ancora ci fosse bisogno di conferme, che il drammatico calo delle immatricolazioni degli studenti all'Università, la selezione feroce e censitaria dei tantissimi precari (solo chi è ricco può rimanere precario a lungo nei nostri atenei), e la riduzione del numero dei ricercatori dell'università italiana non sono l'effetto della crisi ma il risultato del perseguimento di un chiaro progetto politico: ridurre il sistema universitario italiano nelle risorse umane, strumentali e strutturali, e abbattere il numero dei laureati. Il tutto in continuità con provvedimenti che, dalla riforma delle pensioni a quelle sul mercato del lavoro, ridisegnano e riducono il sistema dei diritti del lavoro del nostro paese avvitando sempre più, nel contempo, il paese in una spirale recessiva.

Il Forum docenti e il Coordinamento dei precari universitari della FLC CGIL chiedono alle forze parlamentari nella fase di conversione del decreto di cancellare le disposizioni all'articolo 5, comma 1 e agli articoli 14, comma 3 e 4 e di cancellare i tagli previsti per gli enti pubblici di ricerca. A dispetto dell'interesse corporativo per provvedimenti che evidentemente tamponano le attuali difficoltà di gestione dei bilanci degli atenei colpendo studenti, precari e docenti, domandiamo alla CRUI – e ad ogni singolo Rettore – un sussulto di dignità favorendo con proprie iniziative il ritiro dei provvedimenti. Chiediamo, infine, al Ministro Profumo di assumersi fino in fondo le responsabilità del ruolo che ricopre e chiedere lo stralcio dal decreto delle norme relative a università e ricerca. Invitiamo, infine, a tutte e tutti coloro che hanno a cuore l'Università pubblica di far circolare le informazioni relative a questi provvedimenti e di mobilitarsi per chiederne l'immediato ritiro.