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Presentate anche alla Camera le proposte su reclutamento, diritto allo studio e dottorato

Si rafforzano le ragioni a sostegno delle proposte elaborate congiuntamente da FLC CGIL, ADI, LINK e CNRSU aggiornate alla luce del nuovo testo

27/11/2015
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Il testo della Legge di stabilità 2016 trasmesso alla Camera dei Deputati non cambia verso: sui temi dell’Università continua a mancare un intervento di sistema capace di rispondere alla crisi dei nostri atenei e le novità apportate al testo sono per alcuni versi addirittura di segno peggiorativo.

Tra le altre cose il nuovo testo della legge di stabilità:

  • conferma l’assunzione dei 500 “super professori” e istituisce un fondo ad hoc per finanziare le “cattedre del merito”, rafforzando il sospetto che si attivi un canale di reclutamento di docenti alternativo e competitivo con quello ordinario. 
  • riduce le risorse destinate al reclutamento di ricercatori di tipo b).
  • interviene sul diritto allo studio, a cui il Presidente del Consiglio ha dichiarato  saranno destinati 50 mln aggiuntivi: un impegno di spesa significativo, ma ancora insufficiente.
  • conferma la liberalizzazione del turn-over per i soli ricercatori di tipo a) che rischia di acuire il processo di precarizzazione dell’università.
  • non risponde alle nostre richieste di un piano straordinario di reclutamento e dello sblocco del turn over per tutte le figure.
  • indirizza alla quota premiale lincremento di risorse previsto per l’Università, un finanziamento, quindi, non per tutti, destinato ad acuire le divaricazioni tra aree geografiche e settori disciplinari.

Si rafforzano quindi le ragioni a sostegno delle proposte emendative elaborate congiuntamente da FLC CGIL, ADI, LINK e CNRSU su reclutamento, dottorato e diritto allo studio, adesso aggiornate alla luce del nuovo testo. Proposte indirizzate a favore di un investimento sull’FFO che recuperi le somme sottratte negli ultimi anni; a sostegno del diritto allo studio; per finanziare un piano di reclutamento di ricercatori tenured, che potrebbe già avvalersi delle risorse previste per i 500 superprofessori; per lo sblocco del turn over per tutte le figure; a favore dell’incremento delle borse di dottorato; per sottrarre alla quota premiale le nuove risorse previste che dovrebbero recuperare gli squilibri piuttosto che acuirli.