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Vertenza precari università: importante decisione del Consiglio di Stato

Rinviati alla Corte di Giustizia importanti aspetti inerenti la mancata stabilizzazione dei ricercatori a tempo determinato.

14/01/2020
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Dopo il Tar Lazio anche il Consiglio di Stato decide di rinviare alla Corte di Giustizia importanti aspetti inerenti la mancata stabilizzazione dei ricercatori a tempo determinato delle Università sottolineando diverse anomalie nella Legge 240/2010 che regola le attuali norme del reclutamento negli atenei. 

In particolare, con ordinanza del 10 gennaio 2020 il Consiglio di Stato ha ritenuto che la norme nazionali entrerebbero in contrasto con la direttiva comunitaria 1999/70/CE in quanto consentirebbero un abuso pluriennale della reiterazione di contratti a termine da parte delle Università.

Sotto altro profilo ha inteso sottoporre al massimo Organo di giustizia europea anche la valutazione sulla illegittimità del Decreto Madia che, prevedendo un piano ampio di stabilizzazioni nel settore pubblico, avrebbe escluso in maniera irragioenvole il personale ricercatore delle Università.

Nello stesso tempo il Tribunale amministrativo di secondo grado chiede alla Corte di Lussemburgo se osta o meno con l’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato, ed in particolare con le clausole 4 e 5, una norrmativa nazionale che esclude l’assunzione a tempo indeterminato in caso di accertamento delle violazioni e nonostante l’assenza di misure finalizzate a prevenire e sanzionare gli abusi nella reiterazione dei contratti termine.

La FLC CGIL Nazionale da luglio scorso ha intrapreso due vertenze che riguardano i ricercatori a tempo determinato di tipo A e gli assegnisti di ricerca. In questi mesi tante sono le istanze di stabilizzazione inoltrate e che hanno ricevuto risposta negativa dalle amministrazioni, mettendo in luce gli ostacoli che la normativa impone agli atenei stessi nelle procedure di reclutamento e le ricadute negative che un sottofinanziamento costante del sistema universitario sta portando in termini di aumento del precariato nella didattica e nella ricerca, assenza di tutele e di rappresentanza. 

Tale pronunciamento del Consiglio di Stato non fa che confermare la giustezza delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e rafforzare l'impegno del nostro sindacato affinchè si arrivi ad una soluzione adeguata che assorba il precariato storico e dia spazio agli aspiranti giovani ricercatori.